Domani, martedì 17 dicembre, alle ore 11, si terrà la cerimonia di scoprimento della targa posta in prossimità della spiaggia di Pane e Pomodoro – nel punto terminale del lungomare monumentale – e dedicata al commendatore Francesco Corazza, che realizzò gli iconici lampioni del lungomare di Bari con la sua azienda “Officine Fonderie Corazza”. Interverrà il sindaco di Bari Vito Leccese.
LA STORIA I 197 iconici lampioni del lungomare che adornano i tre chilometri di strada, dall’entrata del porto a Pane e Pomodoro, sono tra i simboli più noti di Bari, immortalati in cartoline, fotografie e dipinti d’autore. I lampioni, in ghisa nera, furono installati durante la costruzione del lungomare cittadino voluto da Araldo di Crollalanza. Quindi con i tufi provenienti dalla “cava del prete” fu creato il waterfront barese, che si andò pian piano a illuminare proprio grazie ai caratteristici candelabri.
I lavori durarono dal 1929 sino alla metà degli anni 30 e originariamente previdero un uso più esteso delle lanterne che arrivavano addirittura fino all’entrata monumentale della Fiera del Levante. Ma i baresi potettero godere del nuovo lungomare solo per poco tempo: durante la seconda guerra mondiale l’industria bellica fece man bassa di tutto ciò che era composto di metallo per costruire armi; così i lampioni vennero smantellati e la strada costiera dovette rimanere priva sino al termine del conflitto mondiale.
Nel 1949 si decise, però, di avviare una sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari al ripristino degli amati lampioni. Ne furono subito costruiti 21, ma ci passò una decina d’anni prima di veder completati gli altri 176.
A partire dal 1962 i lampioni furono oggetto di un considerevole restyling: le lampade sferiche che li avevano caratterizzati fino ad allora vennero sostituite con quelle cilindriche odierne. A realizzarli fu l’azienda barese “Officina Fonderia F. Corazza”, il cui marchio è impresso in rilievo sul basamento di ognuno di essi. La fabbrica era diretta dal commendatore Francesco Carrozza.
La notte di Capodanno del 1980 il lungomare fu devastato da una mareggiata e i blocchi in pietra spostati, compresi i lampioni, di parecchi metri. Alcuni lampioni andarono distrutti e, grazie alla stessa fonderia Corazza che conservava ancora il calco originale, poterono essere riprodotti. I lampioni portano incisa la scritta “Officina Fonderia F. Corazza”.