Per i regali di Natale la scelta di molti consumatori ricade sul vino, magari d’annata, di pregio o legato al territorio per valorizzare il Made in Italy. È bene fare attenzione quando si fanno acquisti, non solo per evitare brutte figure, ma anche e soprattutto per non farsi fregare. Un’indicazione che l’associazione Codici fa sulla scia dello scalpore generato dallo scandalo del vino contraffatto in Sardegna.
“Le accuse sono pesanti – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed anche i numeri. Ci sono 29 persone, tra produttori e commercianti, accusate per una delle frodi più gravi nel settore vitivinicolo. Naturalmente sarà il processo a stabilire eventuali responsabilità penali. Quel che è certo è che vicende del genere danneggiano non solo le aziende che operano in maniera corretta, ma anche i consumatori. Sono situazioni gravi, perché minano la fiducia. L’invito che possiamo fare è quello di controllare con attenzione l’etichetta e di rivolgersi a venditori noti per la loro affidabilità. E poi c’è l’auspicio di controlli sempre più stringenti da parte delle forze dell’ordine per tutelare la legalità ed i consumatori stessi”.
Tornando all’indagine che tanto sta facendo discutere, è stata avviata nel 2022 e coinvolge un’azienda vitivinicola. Secondo l’accusa, avrebbe falsificato le proprie giacenze di vinto, simulando rese superiori e dichiarando acquisti fittizi di vino ed uve Doc/Docg da fornitori compiacenti. Non solo. Sempre secondo l’accusa, l’azienda avrebbe acquistato vini della Penisola di bassa qualità, miscelandoli con vino locale per poi imbottigliarlo e venderlo sul mercato nazionale come Cannonau o Vermentino certificati. Le indagini hanno portato al sequestro di 5mila ettolitri di vino contraffatto per un valore di oltre 1,5 milioni di euro. Come detto, gli indagati sono 29 e tra le accuse figurano frode in commercio aggravata, contraffazione di denominazioni di origine e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false.