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Cresce il telemarketing “aggressivo” dei call center, come difendersi

Nonostante gli sforzi per regolamentare il settore

Pubblicato da: redazione | Mar, 10 Dicembre 2024 - 11:40

In Italia, l’aggressione dei call center è diventato un fenomeno sempre più invasivo e preoccupante. Quotidianamente, milioni di cittadini ricevono telefonate non richieste da operatori che millantano di rappresentare note società fornitrici di servizi. In realtà, si tratta spesso di agenzie terze che ottengono i numeri di telefono con modalità poco chiare e, in alcuni casi, al limite della legalità. Queste chiamate, talvolta camuffate da semplici offerte commerciali, si rivelano essere veri e propri tentativi di truffa, sfruttando la fiducia degli utenti e la loro poca familiarità con le normative sulla protezione dei dati personali.

Nonostante gli sforzi per regolamentare il settore, come l’istituzione del Registro Pubblico delle Opposizioni o il recente Codice di Condotta del Telemarketing, i risultati ottenuti finora non sono stati all’altezza delle aspettative. Il Registro delle Opposizioni, pur avendo registrato oltre 30 milioni di iscrizioni, si scontra con alcune limitazioni strutturali: non copre i numeri acquisiti tramite consenso esplicito, spesso ottenuto in modo subdolo, né può impedire le chiamate provenienti da call center esteri, che sfuggono alle normative italiane. Inoltre, l’effettiva applicazione del Codice di Condotta è ancora in fase di implementazione, e il suo impatto è difficile da valutare nell’immediato.

Alla base del problema c’è il sistema poco trasparente con cui i dati personali vengono raccolti e utilizzati. Molti utenti si trovano inconsapevolmente a concedere il consenso per essere contattati, ad esempio spuntando caselle precompilate durante la registrazione a servizi online o la sottoscrizione di contratti. Questi consensi vengono poi venduti e utilizzati per attività di telemarketing aggressivo. Spesso, il cittadino non è nemmeno consapevole di quali diritti abbia a disposizione per tutelarsi.

Ma cosa si può fare concretamente per arginare il fenomeno? Innanzitutto, è fondamentale iscrivere il proprio numero al Registro Pubblico delle Opposizioni. Questo servizio, del tutto gratuito, consente di escludere il proprio recapito telefonico dagli elenchi utilizzati dai call center per finalità commerciali. È importante ricordare però che il Registro non offre una protezione assoluta. Per completare questa difesa, è utile utilizzare metodi alternativi e supplementari, ad esempio tramite l’ausilio di applicazioni come Sync.ME, Should I Answer o Truecaller, che permettono di bloccare automaticamente le chiamate provenienti da numeri identificati come spam o truffaldini. Questi strumenti si basano su database costantemente aggiornati grazie alle segnalazioni degli utenti.

Un’altra precauzione consiste nell’evitare di fornire il proprio numero di telefono in modo indiscriminato. Bisogna fare attenzione alle caselle di consenso sui moduli, evitando di accettare condizioni che autorizzano la condivisione dei dati con terze parti. Inoltre, per le chiamate che si ricevono, è sempre bene verificare l’autenticità degli operatori e non fornire mai informazioni personali o bancarie durante una telefonata non richiesta. Se, nonostante queste precauzioni, si continuano a ricevere chiamate indesiderate, è possibile presentare una segnalazione al Garante per la Protezione dei Dati Personali. Questo ente può intervenire nei casi di violazioni delle normative sulla privacy e sanzionare le aziende responsabili.

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