La lettera a Babbo Natale nasce dalla suggestione di una poesia. «Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo. Era tutto vestito di pelliccia, da capo a piedi, tutto sporco di cenere e fuliggine con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli: sembrava un venditore ambulante sul punto di mostrare la sua mercanzia!», recita la celebre The Night Before Christmas, pubblicata nel 1823 sul New York Sentinel, inizialmente anonima e poi attribuita da alcuni a Clement Clarke Moore (1779-1863) e da altri a Henry Livingston Jr. (1748-1828). Il culto di San Nicola, protettore di Amsterdam e portatore di doni ai bimbi poveri, tramite i coloni olandesi era approdato negli Stati Uniti trasformandosi da Sinterklaas a Santa Klaus o Claus.
La tradizione della missiva si sviluppa negli Stati Uniti nel corso del 1800 di pari passo con la crescita del sistema di comunicazione postale e scolastico diventando negli ultimi 150 anni la colonna portante del Natale. A indirizzare l’usanza delle missive al vecchio Santa Claus hanno contribuito in maniera decisiva le illustrazioni dello statunitense di origine tedesca Thomas Nast che nel 1871 disegnò, per la rivista Harper’s Weekly, Babbo Natale alla scrivania mentre leggeva la sua posta ordinata in due pile: «Lettere da genitori di bambini cattivi»e «lettere da genitori di figli buoni». Nel 1879, Nast creò la prima immagine conosciuta di qualcuno che usasse il sistema di posta degli Stati Uniti per scrivere a Babbo Natale. Fu lui a diffondere l’idea di inviare posta a Santa, oltre a immaginare il luogo fisico della sua abitazione in un’illustrazione del 1866 intitolata Santaclausville, N.P., in cui fu data ai bambini una destinazione precisa a cui indirizzarla. L’uso dell’ufficio postale per contattare Babbo Natale è un fenomeno americano. I bambini scozzesi all’epoca gridavano i loro desideri sul camino, mentre gli europei si limitavano a lasciare le calze o le scarpe vicino al letto per il regalo.
Grazie a Nast i giornali statunitensi riportarono l’arrivo delle lettere di Babbo Natale ai dipartimenti postali locali, e poi ai loro stessi uffici, visto che molti direttori avevano riconosciuto il potere emotivo delle lettere, e avevano deciso di pubblicare gli scarabocchi dei bambini con le liste dei loro desideri. «I piccoli si stanno interessando al Natale», scrisse un giornalista della Columbia, Daily Phoenix della Carolina del Sud nel dicembre 1873. Un fenomeno che per usare un termine attuale diventò virale e contaminò presto anche il vecchio mondo durante il secolo scorso fino ai giorni nostri. All’inizio le richieste dei bambini tendevano a essere semplici e pratiche. Le letterine al caro Babbo Natale scritte tra il 1870 e i primi decenni del 1900 chiedevano doni come scrivanie, libri di preghiere, generi alimentari e vestiti buoni per papà che doveva lavorare.