Chiedono regole meno rigide e più semplificate i commercianti dell’Umbertino di Bari dove sino al 4 dicembre sarà in vigore l’ordinanza che prevede una stretta alla movida per gestire i disagi ad essa collegati che avevano scatenato diverse polemiche. Le motivazioni, secondo quanto dichiarato dalle associazioni di categoria nel corso dell’incontro tenutosi in mattinata a Palazzo di Città per monitorarne l’andamento, riguardano un calo degli incassi stimato in una media del 30%. Sono però relativamente positivi gli effetti in seguito all’adozione dell’ordinanza in particolare per quanto riguarda la riduzione degli assembramenti, schiamazzi notturni e inquinamento acustico.
Il sindaco Vito Leccese nella mattinata di oggi ha riunito i rappresentanti del comitato di residenti del quartiere Umbertino e le associazioni di categoria (Confcommercio e FIPE, Confesercenti, Confartigianato e CNA) con il fine di svolgere, insieme ai rappresentanti dell’amministrazione comunale, il monitoraggio dell’esecuzione dell’ordinanza contro la cosiddetta “mala” movida del quartiere Umbertino. Per il Comune di Bari hanno partecipato anche l’assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli, l’assessora alla Vivibilità urbana Carla Palone, la presidente del Municipio I Annamaria Ferretti, il sindaco della notte Lorenzo Leonetti, il direttore generale Davide Pellegrino, il comandante della Polizia locale Michele Palumbo e il direttore del settore Polizia annonaria e Attività produttive Michele Cassano. Più nel dettaglio, secondo quanto riferito da residenti e dagli stessi commercianti, l’ordinanza ha prodotto effetti significativi, riducendo assembramenti, schiamazzi notturni e inquinamento acustico e migliorando il decoro urbano nelle aree interessate. Tutti hanno convenuto sul fatto che si è registrata la massima collaborazione delle attività commerciali nell’esecuzione dell’ordinanza e che le violazioni sono state poche ed episodiche.
Il sindaco Vito Leccese, che ha sottolineato come il monitoraggio costante della situazione e il confronto periodico con le parti rappresentino un metodo costruttivo per trovare un punto di incontro, ha quindi ribadito la “necessità di trovare una modalità condivisa che stabilisca delle regole chiare per una buona convivenza e per il contemperamento dei diversi interessi, senza dover ricorrere all’intervento delle istituzioni”. Se da una parte i residenti hanno insistito nel richiedere la conferma della limitazione degli orari per l’asporto di cibi e bevande, come accade in altri centri urbani, dall’altra i commercianti hanno invece manifestato una certa preoccupazione per un calo degli incassi che hanno stimato in una media del 30%. Le associazioni di categoria hanno pertanto proposto di semplificare le regole, uniformando gli orari di fine asporto e di chiusura delle attività per tutti i giorni della settimana, portando il divieto di asporto alla mezzanotte e fissando l’obbligo di chiusura dei locali alle ore 2 senza distinzione tra somministrazione all’interno o sui tavoli esterni dotati di regolare concessione di occupazione. I rappresentanti del settore commercio hanno anche presentato un documento siglato da circa trenta attività commerciali dell’Umbertino con la quale si dichiarano disponibili a impiegare dei facilitatori che possano mitigare gli assembramenti e informare la clientela sulla necessità di rispettare la quiete pubblica.
Pur essendoci alcuni punti di distanza tra le rispettive posizioni, si è registrato un clima di grande collaborazione e di diffusa consapevolezza delle ragioni degli altri. Il sindaco ha sottolineato come la sperimentazione per periodi limitati e un monitoraggio continuo costituiscano “l’unico strumento per giungere a definire gradualmente un punto di equilibrio”. Nei prossimi giorni la situazione, su richiesta dello stesso sindaco, sarà oggetto di un nuovo esame in seno al Comitato per la Sicurezza e l’Ordine pubblico, che verosimilmente analizzerà i risultati della prima ordinanza in merito alle criticità relative alla sicurezza urbana che hanno reso indispensabile il ricorso al provvedimento sindacale contingibile ed urgente.