(Di Francesca Emilio) – Banchi vuoti e tanta rabbia: le “signore delle orecchiette” incrociano le braccia e, almeno per la giornata di oggi, scelgono di non vendere ai turisti che popoleranno le vie del borgo antico. Una vicenda che si fa sempre più complessa e getta nello sconforto chi nel quartiere che si adopera quotidianamente per portare avanti la tradizione. Tutto è iniziato in seguito ai controlli scaturiti dalla denuncia di un turista che in un video aveva messo in guardia gli acquirenti sull’autenticità del prodotto in questione. Secondo l’autore del video, diventato virale sui social, alcune orecchiette sarebbero infatti industriali e non fatte a mano.
Da qui è partita un’ondata di vera e propria indignazione che ha acceso i riflettori sulla questione portando molti ad indagare ulteriormente per andare a fondo. Il caso è finito anche in tv, nel programma televisivo “Mi manda Rai Tre”, in seguito al quale sono partite delle indagini da parte della polizia annonaria per chiarire in maniera definitiva quanto accade nei vicoli di Bari vecchia. Proprio da questa inchiesta e anche in seguito alla scoperta di alcune irregolarità in un ristorante casalingo (dove sono state accertate scarse condizioni igieniche) si è acceso lo scandalo che ha portato oggi le signore delle orecchiette ad incrociare le braccia e a privare dunque i turisti delle tanto amate orecchiette.
“Hanno iniziato una guerra molto aggressiva nei confronti di queste signore e dei luoghi culto di Bari vecchia – spiega un residente – si è vero, ci sono tante irregolarità, ma alcune tradizioni vanno oltre. È una cosa che non si vede altrove, una tradizione che va preservata. Queste donne dovrebbero essere aiutate, alcune non sanno nemmeno cosa significano tutte le cose burocratiche di cui si parla, fanno le orecchiette e basta. Andrebbero aiutate anche perché muovono tanto il turismo che è cresciuto in maniera esagerata”, evidenzia. Proprio sulla crescita del turismo si sofferma il residente, secondo il quale questo ha a che fare anche con la necessità delle signore di dover attingere a un supporto “industriale”. “Come fanno a gestire la mole di turisti che vengono ogni giorno nelle nostre vie? – prosegue – si è vero, le orecchiette sono industriali, ma sono sempre pugliesi. Il problema è che va detto alle persone, non nascosto. Le signore fanno le orecchiette da tante generazioni, fino a qualche anno fa, prima del boom turistico, nessuno vedeva nulla di strano, loro le vendevano solo alle persone nei dintorni. Con l’aumento del turismo quella strada è diventata destinazione primaria delle crociere, dei tour dei trenini turistici ecc, quindi automaticamente anche il loro lavoro è aumentato. Sono esseri umani, stanno li dalla mattina alla sera, è normale che hanno dovuto trovare il modo di integrare, non ce la farebbero altrimenti. Comunque prendono da laboratori pugliesi, non chissà da dove. Un prodotto buono. Tutto è iniziato da quando qualcuno è rientrato a casa dopo il viaggio trovando la muffa. Le orecchiette fresche non possono essere date a tutti perché chi viaggia poi se le porta a casa e le trovano ammuffite. Qualcuno avrebbe dovuto avvisare le signore e dire loro di mettere un biglietto per specificare il tipo di produzione, senza troppe polemiche e senza essere aggressivi. Sono arrivati in tanti a gettare fango su questa tradizione, ma non serve. Ovviamente le signore protestano”, conclude.
Dopo un’ora e mezza circa la situazione è tornata alla normalità e le signore hanno ricominciato a vendere le orecchiette.