(a cura di Nicola Lucarelli) Dopo aver raccolto il sesto pareggio consecutivo in campionato, il Bari torna in campo allo stadio ‘Arechi’ di Salerno per affrontare la formazione allenata da mister Martuscello. La compagine campana, attualmente quattordicesima in classifica con un punto di distacco dai biancorossi, è reduce dal pareggio per 1-1 al ‘San Vito – Gigi Marulla’ di Cosenza. Per affrontare i vari temi del match e per fare un piacevole tuffo nel passato biancorosso, ci siamo rivolti ad un doppio ex di Salernitana e Bari, vale a dire Corrado Urbano che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.
Mister Urbano, carriera da tecnico iniziata nel 1994 col Real Piedimonte. Ora che squadra sta allenando?
“Sto allenando nel campionato d’Eccellenza molisano, il Venafro. Siamo ad un punto dai playoff e abbiamo vinto la gara d’andata dei quarti di finale di Coppa Italia. Sino allo scorso anno ho allenato in serie D. In questa stagione, il presidente del Venafro mi ha chiesto di venire a dare una mano e ho accettato anche perché sono molto legato a questo club”.
Nella sua carriera da allenatore, anche l’esperienza sulla panchina del Bari Primavera per tre stagioni. Che bilancio si può fare?
“A livello personale posso ritenermi soddisfatto: il primo anno conquistammo la fase finale della poule scudetto. Nel girone eliminatorio arrivammo secondi dietro la Roma di De Rossi e davanti alla Lazio di Simone Inzaghi. Abbiamo fatto crescere tanti talenti come Scalera, Leonetti e Castrovilli…”.
A proposito di Scalera e Castrovilli, due carriere molto diverse…
“Scalera era quello che sembrava potesse avere una carriera migliore, vista anche la trafila nelle nazionali giovanili. Poi, quando è arrivato alle porte della prima squadra, gli è mancato qualcosa per fare lo ‘step’ definitivo. Castrovilli si mise in luce nei quarti di finale del campionato primavera contro la Fiorentina per poi finire proprio nel club viola insieme a Scalera, ma quest’ultimo non venne riscattato. Gaetano ha fatto molto bene i primi anni conquistando anche la nazionale. Purtroppo i gravi infortuni hanno fermato la sua ascesa. Speriamo che nella Lazio possa ritrovarsi”.
Da calciatore ha militato in diversi club: Casertana, Foggia, Empoli, Bari e Salernitana le più importanti. Che calciatore era Corrado Urbano?
“Ero un calciatore abbastanza duttile. Potevo giocare in diversi ruoli: dall’esterno al centrocampista centrale sino al terzino. Ma era un calcio diverso, perché c’erano ruoli come il tornante o il libero. Non partivo mai tra i titolari ipotizzati dalla stampa, ma alla fine giocavo quasi sempre perché ero quel tipo di calciatore che ogni allenatore vorrebbe avere in squadra”.
Domenica si sfideranno proprio Salernitana e Bari. Partiamo dall’esperienza in granata: dal 1990 al 1992 per un totale di 30 presenze…
“Lasciai Bari nel mercato invernale per trasferirmi a Salerno, ma a giugno mi ritrovai in una squadra retrocessa. Giocai poco perché mi infortunai al legamento crociato. E’ stato un anno brutto dal punto di vista sportivo, mentre mi sono trovato molto bene con i tifosi: piazza importante e calda, con un attaccamento viscerale verso la squadra”.
Con il Bari ha invece collezionato 66 presenze vincendo un campionato di B e la Mitropa Cup…
“Venivo dalla buona esperienza di Empoli con una promozione in serie A. Poi Salvemini venne ingaggiato dal Bari per un campionato di vertice in B e mi portò con lui. Stadio sempre strapieno, squadra che dettava legge su ogni campo e promozione nella massima serie. Anche il primo anno di serie A andò bene, mentre l’anno successivo feci solo 4 presenze perché la società aveva altre ambizioni e acquistò calciatori di livello come Colombo dal Milan. A quel punto, di comune accordo con la dirigenza biancorossa, decisi d’andar via”.
Il Bari di Moreno Longo, sta invece attraversando un periodo difficile. Troppi pareggi e tanti punti lasciati per strada…
“Le partite vanno chiuse, altrimenti poi la serie B ti presenta il conto. Ho seguito diverse gare del Bari e, in tante occasioni, la squadra di Longo avrebbe meritato i 3 punti. Spesso è mancata la freddezza sotto rete. Anche se la zona playoff non è lontana e basta poco per rientrare. Il campionato è ancora molto lungo, ma stare nella ‘terra di nessuno’ non è piacevole”.
Lasagna è senza dubbio un lusso per la categoria, ma il suo feeling con il gol non è eccezionale. Forse avrebbe bisogno di un’altra punta al suo fianco?
“Lasagna è sempre stato un calciatore che attacca bene la profondità. Ma ha giocato anche come prima punta. Bisognerebbe capire come si potrebbe integrare con gli altri attaccanti in organico, ma questo può farlo solo mister Longo”.
Mister Longo continua a parlare di obiettivo salvezza, è d’accordo?
“Ad oggi, il cammino intrapreso dice che il Bari deve pensare prima di tutto alla salvezza. Molto dipenderà dal calciomercato di gennaio e capire che tipo di operazioni vorrà fare la società biancorossa. Tuttavia, credo che questa squadra possa raggiungere i playoff”.
Nel prossimo turno di campionato, il Bari affronterà la Salernitana che, da retrocessa dalla A, non ha avuto un grande impatto con questo campionato cadetto…
“Il destino di quasi tutte le squadre che scendono dalla serie A è questo: non è mai facile ripartire bene dopo una retrocessione. Basta vedere le difficoltà del Frosinone di quest’anno o dello Spezia nel campionato scorso”.
Venendo a Salernitana Bari, che partita si aspetta?
“Mi aspetto una partita equilibrata dove, anche un singolo episodio, potrebbe fare la differenza. Entrambe le squadre stanno attraversando un periodo difficile, anche se credo che la Salernitana abbia maggiormente da perdere, soprattutto perché gioca in casa”.
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