(Di Nicola Lucarelli) – Quando una squadra non vince da un mese e mezzo e non riesce a fare bottino pieno contro avversarie abbordabili come Carrarese e Reggiana, è evidente che ‘qualche’ problema sussiste. Ma questo è anche il Bari delle rimonte subite e, soprattutto, delle grandi occasioni sprecate: sono state tante le gare che potevano terminare con un successo biancorosso, invece ci si è dovuti accontentare di un misero punto. Come dimenticare le partite contro il Sassuolo, la Sampdoria, il Cosenza o la Cremonese (giusto per citarne qualcuna). Troppe volte, in questa prima fase del torneo, l’ambiente biancorosso ha dovuto fare i conti con dei risultati che non rispecchiavano le buone prestazioni messe in mostra dalla squadra.
Ma se dopo dodici giornate, la formazione allenata Moreno Longo è a metà classifica con un distacco di due punti sia dalla zona playoff che da quella playout e con solo due vittorie all’attivo con appena tredici reti realizzate, è evidente come la rosa composta dal Ds Magalini presenti diverse lacune e problematiche. Innanzitutto, c’è il problema del gol da risolvere e, continuando a giocare con il solo Lasagna in avanti, sarà difficile invertire la tendenza: per quanto l’ex attaccante dell’Udinese rappresenti un pericolo costante per le difese avversarie, purtroppo è poco prolifico. Probabilmente, in questa fase del campionato, mister Longo dovrebbe giocare con due punte e un trequartista, come fatto nel secondo tempo contro la Reggiana. Soprattutto in questo momento delicato e vista l’assenza di Falletti, quella del 3- 4-1-2 sembra la strada più logica e praticabile.
Sicuramente, anche il tecnico biancorosso ha commesso degli errori sia tattici che di comunicazione. Partiamo da questi ultimi: per quanto l’allenatore piemontese sia apprezzabile per le sue disamine puntuali ed oneste, la sua trasparenza potrebbe risultare invisa agli occhi della società e, soprattutto, dei suoi calciatori. Lungi da noi auspicare un Moreno Longo che vada a recitare la solita solfa scontata davanti a microfoni e telecamere, ma in certi frangenti, un pò di diplomazia per preservare alcuni equilibri non sarebbe da scartare. Ma l’ex trainer del Como, ha anche commesso diversi errori tattici e nella gestione dei cambi.
Quindi sarebbe Moreno Longo il problema del Bari? Assolutamente no! L’allenatore nativo di Grugliasco è riuscito a dare un gioco e un’identità a questa squadra e anche in un breve lasso di tempo. Non solo: è riuscito anche a trovare la giusta veste tattica e a plasmare questo Bari secondo le sue idee. Quindi, se per caso, in strada Torrebella si stanno facendo valutazioni di senso opposto sull’attuale tecnico del Bari, si starebbe commettendo un grave errore.
Questo nuovo Bari deve però smetterla di guardarsi troppo allo specchio, come faceva Narciso, l’eroe della mitologia greca narrato da Ovidio. Occorre diventare un po’ più pratici e cinici. L’abbiamo visto lo scorso campionato: in serie B basta veramente poco per ritrovarsi in alto o per sprofondare nei bassifondi della classifica. Non è un caso se, dopo 12 giornate dello scorso campionato di B, il tanto criticato Bari di Marino aveva tre punti in più in classifica rispetto a quello attuale di Longo. Purtroppo, le buone prestazioni non bastano per ottenere risultati e, alla lunga, sprecare tante occasioni potrebbe minare l’umore dello spogliatoio. A riprova, il calo mentale visto nell’ultima partita contro la Reggiana, accompagnato anche da una flessione della condizione fisica: in questa fase del torneo, il Bari non corre e non aggredisce come visto nelle primissime giornate. Evidentemente, la preparazione fisica è stata impostata per partire subito forte: peccato che non si sia raccolto per quanto seminato.
Foto Ssc Bari