Nel 2023 ci sono stati in Italia 381.766 parti, ovvero 11.700 meno del 2022, un numero che diminuisce nel post-pandemia, seppur in misura minore rispetto al trend pre Covid. Aumentano le strutture che effettuano meno di 500 parti l’anno, considerate meno sicure dagli standard internazionali, che salgono a quasi un terzo. Mentre cala lentamente, attestandosi al 22,7%, il ricorso al cesareo, sebbene nelle regioni del Sud si registrano percentuali che arrivano al 40%. Migliorano invece i livelli di assistenza per i pazienti operati per infarto. Emerge dai dati del Programma nazionale esiti, presentato a Roma dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
Rispetto agli anni precedenti c’è una progressiva riduzione del numero di strutture che hanno raggiunto la soglia dei 1.000 parti l’anno: sono state 136 nel 2023 dove ci sono state il 62% delle nascite. Mentre aumentano i punti nascita al di sotto dei 500 parti l’anno, ovvero 137 nel 2023, in cui c’è stato l’8% del totale dei parti. I parti con cesareo sono pari al 22,7%, in lieve calo dopo la battuta d’arresto nel trend di decrescita osservata nel 2022 (23,1%). Si conferma un minore ricorso al cesareo nelle strutture pubbliche e “persiste una marcata diversità tra regioni: gran parte delle regioni del Sud ha fatto registrare nel 2023 valori di cesarei superiori al dato nazionale”. Resta una forte variabilità all’interno della stessa regione, con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia. Il ricorso all’episiotomia, infine, è diminuito dal 24% nel 2015 all’11% nel 2023 ma “con valori più elevati nell’Italia meridionale”.
Uno dei parametri per valutare la qualità di assistenza nell’area cardiovascolare è la tempestività di accesso (entro 90 minuti) all’angioplastica coronarica nei pazienti con infarto, e questa è aumentata dal 57% nel 2022 al 63% nel 2023. Per il bypass aorto-coronarico nel 2023 migliora la concentrazione dei casi in poche strutture: 18 contro le 11 del 2022 effettuano almeno 200 interventi l’anno, pari al 35% degli interventi (era 24%).