“Io e la madre rimproveravamo Antonella per le sue frequentazioni, ma lei vedeva del buono in tutti. Mi diceva ‘mamma’, perché mi chiamava mamma, ‘non collegare che uno è figlio o fratello di qualcuno… c’è del buono in loro’. Lei vedeva del buono in tutti”. A pronunciare queste parole di Francesca Maggi, nonna di Antonella Lopez, la 19enne uccisa tra il 22 e il 23 settembre nella discoteca Bahia di Molfetta (Bari). Maggi, attualmente sotto protezione insieme al figlio Francesco, collaboratore di giustizia, è stata ascoltata oggi in Corte d’Assise a Bari, nell’ambito del processo per l’omicidio di un altro suo figlio, Ivan Lopez, ucciso nel quartiere San Girolamo il 29 settembre 2021 mentre tornava a casa in monopattino.
Per l’omicidio di Lopez, sono imputati Davide Lepore, ritenuto l’esecutore materiale, e Giovanni Didonna, che avrebbe rubato l’auto utilizzata per raggiungere l’abitazione della vittima. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, l’omicidio sarebbe stato di matrice mafiosa: Lopez sarebbe stato ucciso per vendetta, poiché insieme al fratello Francesco avrebbe effettuato estorsioni ai danni di Lepore, titolare di alcune autorimesse e affiliato ai clan Capriati della città vecchia e Parisi-Palermiti del quartiere Japigia. I fratelli Lopez erano invece legati al clan Strisciuglio di San Girolamo. Antonella Lopez era stata ammonita in famiglia per alcune sue frequentazioni. La sera in cui è stata uccisa si trovava con Eugenio Palermiti, esponente del clan rivale degli Strisciuglio. Per il suo omicidio è detenuto da oltre un mese il 21enne Michele Lavopa, accusato di aver sparato con l’intento di colpire Palermiti, con cui aveva avuto contrasti in passato.