La protezione dal virus “sia offerta a tutti i nuovi nati”. Lo chiedono la Società italiana di pediatria (Sip) e la Società italiana di neonatologia (Sin) in una nota congiunta in cui commentano i contenuti della nota dell’Istituto Superiore di Sanità relativa alla strategia di immunizzazione dal virus respiratorio sinciziale (Vrs), in cui non si reputa opportuna la somministrazione “a tappeto” dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus contro le infezioni respiratorie da Vrs. Sip e Sin, alla luce delle evidenze scientifiche, ribadiscono “l’urgenza di una prevenzione efficace per tutti i nuovi nati prima della stagione di picco epidemico che va da novembre a marzo, e raccomandano l’equità di offerta in tutto il territorio italiano”.
Le due società scientifiche ricordano che il Vrs è uno dei principali agenti patogeni che colpiscono le vie respiratorie nei più piccoli. E’ l’agente principale della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita. A livello mondiale causa ogni anno circa 33 milioni di infezioni delle basse vie respiratorie tra i bambini sotto i 5 anni, con 3,6 milioni di ospedalizzazioni e oltre 100.000 decessi. Il costo indotto è di circa 4.82 miliardi di Euro. Più del 60% dei bambini, ricordano, contrae il Vrs entro il primo anno di vita e quasi tutti entro i 2 anni. Considerando un’intera coorte di nascita, circa il 20% dei neonati sviluppa un’infezione grave che richiede assistenza medica e quasi il 4% della coorte di bambini nel primo anno di vita necessita di ospedalizzazione. Tra i ricoverati, il 20% finisce in terapia intensiva.
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