“Grazie al consiglio regionale della Puglia e agli altri consigli regionali che hanno votato il medesimo quesito, per gli italiani sarà possibile votare sul Ddl Calderoli, non sull’autonomia come concetto, ma sul modo in cui il governo Meloni sta declinando l’autonomia”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commentando la decisione di ieri sera del Consiglio regionale pugliese di approvare la richiesta di referendum abrogativo dell’autonomia. “È stata una battaglia – ha aggiunto – perché i consiglieri regionali del centrodestra, che pure sono eletti dal Sud, evidentemente sentono più forte il richiamo delle loro forze politiche dalle quali dipendono piuttosto di quello con il popolo che li ha eletti. Ci auguriamo che questo referendum abbia tanti “sì” e che quindi si possa arrivare a trovare un equilibrio migliore tra Nord e Sud senza pregiudicare gli sforzi che la Puglia, prima regione italiana nella crescita economica negli ultimi anni, sta compiendo assieme alle altre regioni del Mezzogiorno”.
“Non è solo il Sud che stiamo difendendo ma l’Italia intera. Anche la Puglia è pronta a chiedere alla Corte Costituzionale il referendum per abrogare l’autonomia differenziata. Stiamo percorrendo tutte le strade per abrogare una legge che spacca l’Italia, che aumenta le disuguaglianze tra territori, lasciando i poveri sempre più poveri”. Lo dichiara Loredana Capone, vice presidente del Pd e presidente del Consiglio regionale pugliese che, ieri sera, ha dato l’ok alla richiesta di referendum abrogativo dell’autonomia. “È l’intero Paese – sostiene – che perderà competitività, mentre il Sud vedrà impoverite le sue comunità. Da oggi anche il Consiglio regionale della Puglia è pronto a fare la sua parte. È stata approvata la delibera con la quale chiediamo alla Corte costituzionale, insieme ad altri quattro consigli regionali, di indire il referendum abrogativo contro l’autonomia differenziata della Lega. Su questo è giusto che si esprimano i cittadini perché si tratta di una legge che inciderà sulla loro quotidianità e sui servizi essenziali a partire da quelli sanitari, la scuola e i trasporti”.