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Alberi caduti e disagi nei mercati: il martedì nero nel Barese

Il forte vento improvviso ha creato danni in diverse zone della città e della provincia: la denuncia delle associazioni. Anche due incidenti stradali in mattinata

Pubblicato da: redazione | Mar, 2 Luglio 2024 - 12:43
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Un martedì nero a Bari e in provincia: il forte vento ha portato al crollo di diversi alberi che hanno portato a problemi alla viabilità in particolare a Japigia e corso Mazzini. Si sono verificati anche due incidenti in via Giulio Petroni e sulla tangenziale all’uscita di Santo Spirito.

Disagi anche nei mercati del Barese..  “Dopo le temperature che, negli ultimi giorni e nelle ore peggiori della giornata, hanno sfiorato i 40 gradi, martedì 2 luglio 2024 è stato il giorno del terrore per il maltempo. Nelle prime ore della mattinata, quando i mercati erano già aperti e funzionanti, il vento fortissimo ed i temporali accompagnati da bombe d’acqua hanno seminato terrore tra gli ambulanti ed avventori – denuncia Savino Montaruli di Casambulanti –  Una fascia larga di territorio del barese ma anche del nord barese e del foggiano è stata investita da un’ondata di maltempo che si è abbattuta violenta. I messaggi che abbiamo ricevuto dai nostri associati sparsi su tutti i mercati che si svolgono nella giornata di martedì, ed in Puglia sono tantissimi, parlavano di trombe d’aria, di bombe d’acqua e di danni, di tanti danni causati dal maltempo. Un’emergenza su una vasta area del territorio: da Monopoli a Bitonto, passando per Bitetto fino a Manfredonia. Nelle parole degli ambulanti il terrore di vedere volare come foglie al vento le attrezzature di vendita: banchi, ombrelloni e tende. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti e che mette in evidenza quanto la nostra battaglia per il riconoscimento di Categoria Disagiata sia quanto mai attuale e doverosa verso una categoria di 180mila operatori che non sono mai stati considerati, da nessun governo, nazionale, regionale o locale. Siamo davvero arrabbiati e nelle prossime ore decideremo anche l’avvio di proteste clamorose per farci sentire ed ascoltare”, conclude.

 

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