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Puglia, torna il monitoraggio per l’alga tossica

Per ora nessun allarme

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Lun, 17 Giugno 2024 - 12:57

Torna puntuale il monitoraggio dell’Arpa sull’alga tossica in Puglia. Nei primi quindici giorni di giugno è stata rilevata la presenza dell’alga ma non in quantità preoccupante a Bisceglie, Molfetta, Giovinazzo, Santo Spirito a Bari, San Giorgio a Bari, Mola, Monopoli, Fasano, Torre Canne, ad Apani nel Brindisino, a San Cataldo nel Salento e a Torre Columena nel Tarantino.

Com’è arrivata sulle coste pugliesi e come si è adattata

Probabilmente introdotta accidentalmente in Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi, le prime segnalazioni lungo le coste pugliesi si sono verificate a partire dall’anno 2000/2001.
La popolazione si sviluppa abbondantemente durante i mesi estivi.
I fattori ambientali che facilitano la proliferazione sono: alte temperature, alta pressione atmosferica, condizioni di irraggiamento favorevoli, mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni.

Potenziali effetti sull’ambiente e sulla salute pubblica

Nella specie è stata individuata una tossina (Palitossina simile); si sono verificate morie e/o sofferenze di organismi marini (stelle di mare, ricci, granchi, molluschi cefalopodi, ecc.) in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali.
Inoltre si sono riscontrati casi di malessere transitorio nei bagnanti (riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti) in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali, e soprattutto dopo mareggiate (le mareggiate favoriscono la formazione di aerosol marino, che  può diffondere la tossina nell’aria).

Come evitare gli eventuali effetti dannosi di Ostreopsis

  • nel caso di certificata fioritura di Ostreopsis, evitare lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate;
  • nel caso di certificata fioritura di Ostreopsis, limitare il consumo a scopo alimentare di organismi quali, ad esempio, i ricci di mare. Infatti i ricci, a causa della loro eco-biologia (brucano sulle alghe) potrebbero potenzialmente accumulare la tossina

 

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