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Acqua, è scontro governo-Regione: ipotesi modifica legge Puglia

Chiesta una riunione urgente in Consiglio

Pubblicato da: redazione | Gio, 30 Maggio 2024 - 15:01

È scontro sul tema dell’acqua tra governo e Regione Puglia. Secondo quanto riportato da Ansa, la Regione, intende modificare la legge regionale sulla gestione del servizio idrico. Obiettivo? Evitare che, in seguito all’impugnazione del governo Meloni, la Corte costituzionale possa dichiararla incostituzionale, facendo così scattare l’obbligo relativo alla gara per l’affido. L’intenzione del consiglio è dunque quello di approvare in tempi brevi modifiche concordate direttamente con il ministero per gli Affari regionali. In tal proposito, in mattinata, il gruppo di Azione ha richiesto la convocazione di una riunione urgente della V commissione consigliare “alla presenza del Governo regionale, per assumere una decisione”.

“Ora che il Governo nazionale ha impugnato la legge su Aqp –  hanno spiegato il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati con i consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo – e dopo aver terminato il gioco del colpa-tua-colpa-mia, serve capire il da farsi. Pare di capire, almeno leggendo le dichiarazioni di stampa del ministro Fitto e dei colleghi del centrodestra, che ci accomuna l’idea di lasciare ad Aqp, con le modalità dell’affidamento in house, la gestione del servizio idrico integrato. Se è così dovremmo solo ragionare sulle modifiche alla legge regionale, molte delle quali anche concordate con il Ministero degli affari regionali, magari aggiungendo un’ulteriore modifica sull’eliminazione della società veicolo e sull’attribuzione diretta ai comuni pugliesi di parte delle azioni. In buona sostanza, il testo originario della proposta di legge. È opportuno  concordare una posizione comune ed eventuali modifiche, così da determinare il ritiro del ricorso, altrimenti l’Autorità idrica pugliese dovrà comunque eseguire la legge regionale, l’impugnazione non sospende la vigenza e l’efficacia, e poi attendere la decisione della Corte costituzionale che, se sfavorevole, comporterebbe, speriamo di no,  la procedura di gara”, concludono.

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