I baresi, i pugliesi più in generale, hanno sempre avuto la cultura della birra industriale. Bari con la Peroni e Taranto con la Raffo. Ma negli anni qualcosa è cambiato. Il Birrificio di Bari costruito pezzo pezzo da Paola Sorrentino e Mimmo Loiacono ha dato il suo contributo in questo senso. Facendo conoscere il nome di Bari oltre i confini locali, vincendo premi a carattere nazionale. Uno dei prodotti, la birra San Nicola, porta con sé in tutto il mondo una figura sacra, quella del Santo Patrono di Bari. Dal 2015 ad oggi , il birrificio è diventato un punto di riferimento per tutti gli operatori economici della città. L’obiettivo dei due imprenditori è quello di riuscire a trasmettere l’applicazione della tecnologia birraia in modo da far apprezzare gusti nuovi, freschi e appassionati. Un processo lento che lentamente comincia a dare i suoi frutti. “La birra artigianale è un fenomeno che si sta consolidando negli ultimi anni. La gente ora ha imparato a sperimentare – ha sottolineato Loiacono – ed è pronta ad aprirsi a nuovi gusti e saperi”.
Un pò di storia – La rivoluzione della birra artigianale è uno dei più importanti fenomeni culturali degli ultimi quarant’anni. La sua diffusione a livello internazionale ha permesso ad alcune nazioni non tradizionalmente legate a questa bevanda di conquistare l’attenzione del mercato. Così oggi accanto a storiche superpotenze brassicole come Germania, Regno Unito e Belgio, stanno fiorendo alcune realtà molto interessanti, capaci di accreditarsi nell’ambiente in tempi relativamente brevi. In questo senso l’Italia è giustamente considerata una delle nazioni emergenti più importanti in assoluto: in pochi anni è riuscita a ottenere il favore di tanti osservatori stranieri grazie a una scena birraria molto vivace e spesso in grado di non temere confronti in termini di qualità. Nell’ambiente è ormai consuetudine considerare il 1996 l’anno di nascita della birra artigianale italiana. È una data simbolica, poiché alcuni microbirrifici avevano aperto i battenti già qualche mese prima.
I birrifici italiani sono considerati tra i più creativi al mondo. Questo aspetto ha permesso nel tempo lo sviluppo di alcuni filoni produttivi, che più volte sono stati proposti come veri e propri stili birrari di origine italiana. Nei primi anni del movimento italiano, ad esempio, ebbero ampia diffusione le birre artigianali alle castagne. Praticamente ogni birrificio propose la sua versione, seguendo tecniche diverse: il frutto fu utilizzato come farina, in forma di caldarrosta, come miele di castagno o ancora intero essiccato. La moda durò qualche anno, poi rapidamente scemò in favore di stili più appetibili per il grande pubblico. L’Italia è, dunque, una nazione birraria in forte ascesa e relativamente giovane. In poco più di venti anni è stata in grado di passare dal nulla brassicolo a una scena dinamica e intrigante, che affascina gli appassionati di tutto il mondo. Il futuro è più roseo che mai.