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Bari e autismo, l’esperto: “La sfida è il sostegno alle famiglie”

L'intervista a Francesco Craig, , professore Associato di Psicologia Clinica

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Ven, 3 Maggio 2024 - 08:31

L’autismo, le famiglie e le difficoltà da affrontare. Borderline24 ne ha parlato con Francesco Craig, professore Associato di Psicologia Clinica nell’Università della Calabria (Dipartimento di Culture, Educazione e Società).

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1) Dottore oggi l’incidenza di bambini autistici diagnosticati cresce. Perché?  

L’incremento dell’incidenza dei casi di autismo nei bambini può essere attribuito a diversi fattori. Uno dei principali è l’aumento della conoscenza scientifica e della formazione dei professionisti nel riconoscimento dei segni e sintomi precoci che porta a diagnosi precoci dell’autismo. Attualmente si stima che un bambino su 77 presenti un disturbo dello spettro autistico e che i maschi siano colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine (dati Osservatorio Nazionale Autismo – Istituto Superiore di Sanità). In linea con  le rilevazioni epidemiologiche internazionali, questi dati possono essere legati alla maggiore identificazione e diagnosi di situazioni, anche quelle più sfumate e meno conclamate, che in passato potevano essere trascurate o mal interpretate. Inoltre, ci sono anche fattori ambientali, genetici ed epigenetici che possono contribuire all’aumento dell’incidenza, sebbene la loro influenza specifica non sia ancora completamente compresa.

 

2) Quanto è importante diagnosticare precocemente?

La diagnosi precoce dell’autismo è estremamente importante perché consente di avviare tempestivamente interventi abilitativi e terapeutici mirati, che possono migliorare significativamente l’outcome del/della bambino/a nel lungo termine. È importante che i genitori e i professionisti siano consapevoli di alcuni segnali d’allarme che possono indicare la presenza di autismo. A circa 12 mesi di età, alcuni segnali possono includere un uso limitato del contatto visivo durante l’interazione, la mancanza di risposta al proprio nome, l’assenza di gesti comunicativi come indicare o salutare con la mano, difficoltà nella comprensione del linguaggio altrui, e una mancanza di interesse nel condividere oggetti o esperienze con gli altri. Verso i 18-24 mesi, possono emergere ulteriori segnali come la mancanza di gesti protodichiarativi, scarsa interazione sociale attraverso lo sguardo, espressioni facciali poco modulate nel comunicare emozioni, assenza del gioco di finzione, ritardo o assenza del linguaggio sviluppato (come parole semplici a 18 mesi e frasi di due parole a 24 mesi), mancanza di iniziativa in attività o giochi sociali, difficoltà motorie come ipotonia o scarsa coordinazione, stereotipie o manierismi delle mani e delle dita, e reazioni inusuali o mancanza di reazione a stimoli sensoriali.

3) E le famiglie trovano i sostegno giusto?

Negli ultimi decenni, c’è stata una crescente attenzione e sensibilizzazione sull’autismo a livello globale, grazie a campagne di sensibilizzazione, programmi educativi e un maggior accesso alle informazioni tramite Internet e altri mezzi di comunicazione. Tuttavia, è importante considerare che, nonostante questa maggiore sensibilizzazione, potrebbe ancora essere difficile percepire le diverse sfumature della neurodiversità associate allo spettro autistico. Lo spettro autistico è estremamente variegato e comprende individui con una vasta gamma di funzionamenti, che vanno da persone con abilità cognitive adeguate e capacità linguistiche sviluppate a individui con deficit cognitivi e difficoltà di adattamento sociale e comunicativo che richiedono un supporto sostanziale. Inoltre, non è garantito che un aumento della consapevolezza si traduca automaticamente in un migliore accesso ai servizi di supporto adeguati. Le sfide nell’ottenere diagnosi tempestive, l’accesso a terapie specializzate e il coordinamento dei servizi possono ancora rappresentare ostacoli significativi per molte famiglie.

 

 I bambini autistici diventeranno adulti, per loro le comunità sono organizzate?

Per molti adulti autistici, l’accesso a servizi e supporti adeguati può essere limitato e varia notevolmente da comunità a comunità. Sebbene vi siano sforzi in corso per migliorare la disponibilità di servizi per gli adulti autistici, come programmi di vita indipendente, opportunità di lavoro supportate e servizi sanitari adatti, spesso c’è ancora una mancanza significativa di risorse e coordinamento nel garantire un supporto continuo. In molte aree, le comunità possono non essere completamente organizzate per affrontare le esigenze degli adulti autistici, lasciandoli spesso dipendenti dalle risorse della famiglia e/o delle Associazioni. Questo può portare a sfide insormontabili nel garantire un’autonomia e una qualità di vita soddisfacente per gli adulti autistici.

 

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