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Bari e la ricerca di lavoro: “Difficile per gli over40”

L'esperienza di Porta Futuro. Il vicesindaco: "Nell'ultimo anno favoriti circa 300 inserimenti lavorativi con varie tipologie contrattuali o di collaborazione"

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Sab, 27 Aprile 2024 - 14:14

Porta Futuro è il servizio del Comune di Bari che aiuta ad incrociare domanda e offerta nel mondo del lavoro, avviato nel dicembre del 2015 negli spazi abbandonati dell’ex Manifattura Tabacchi nel rione Libertà. Un servizio che è andato sempre più ampliandosi. Ne abbiamo parlato con il vicesindaco Eugenio Di Sciascio.

Quali sono le offerte di lavoro che, tramite Porta Futuro, si riesce maggiormente a soddisfare?

“Considerando in particolare il periodo più recente, le selezioni di maggior successo si sono svolte nei settori GDO, Telecomunicazioni, Servizi, Produzione, Logistica e Magazzino”

Quali sono quelle invece più difficili da soddisfare?

“Al di là dei Settori STEM, in particolare ingegneri e informatici, c’è forte richiesta di profili quali manutentori, saldatori, fabbri, elettricisti, idraulici, operai edili qualificati. Osserviamo che anche dove non sia richiesta la laurea, vengono ricercati comunque profili con una qualche forma di specializzazione”.

Quanto è diventato difficile fare incrociare domanda e offerta?

“Recentemente, in particolare se si prende in considerazione il periodo post-Covid, non è diventato più difficile l’incrocio in assoluto, ma è cambiato il mercato del lavoro e sono cambiate le richieste. Oggi il mercato del lavoro cerca profili sempre più specializzati e professionalizzati, anche da formare, ma da inserire in percorsi mirati e con competenze di base su cui costruire. Questo rappresenta una sfida per le persone alla ricerca di lavoro oppure risulta ostico per profili più senior con ovvie difficoltà a riadattarsi. Pertanto, Porta Futuro cerca di porsi al fianco delle imprese per studiare strategie di coinvolgimento e formazione, ma anche al fianco dei cittadini per supportarli nella ricerca”.

Quanti sono i curricula affidati a Porta Futuro e quanti in percentuale di questi si riesce a soddisfare?

“Se ci limitiamo agli ultimi 12 mesi, gli accreditati agli sportelli PF Bari e Metropolitani sono stati oltre 5.500. Alcuni si sono rivolti ai servizi per l’incrocio domanda/offerta da noi direttamente gestiti, ma una grossa fetta ha chiesto supporto nella ricerca attiva finalizzata ad altri canali, consulenze di orientamento, bilanci di competenze, colloqui di start-up di impresa. Se ci concentriamo sul servizio di preselezione di PF nell’ultimo anno i percorsi di selezione (compresi i recruiting day) e gli annunci di lavoro da noi gestiti, coordinati o pubblicati hanno favorito circa 300 inserimenti lavorativi con varie tipologie contrattuali o di collaborazione, dato parziale che non comprende le ricerche ancora aperte o in attesa di riscontro”.

Qual è il prossimo passo per migliorare l’incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro a Bari?

“Per migliorare l’incontro tra domanda e offerta nel mondo del lavoro a Bari, è necessario lavorare su percorsi formativi dedicati alle esigenze delle imprese che cercano figure professionali con competenze di base specifiche; utilizzare gli strumenti come l’apprendistato per favorire i processi di apprendimento on the job”.

Si è alzata l’età media delle persone che cercano lavoro? Qual è il profilo tipo di chi si presenta a Porta Futuro in cerca di lavoro?

“Guardando ai dati, non si può racchiudere l’ampia platea di PF in una o poche tipologie di utenza, possiamo sostanzialmente evidenziare che nei primi anni di attività PF Bari ha intercettato una grossa fetta di cittadini di estrazione sociale, culturale e istruzione di grado medio-basso, per poi innalzare progressivamente il livello in funzione delle richieste di lavoro di imprese che cercano profili con maggiori competenze. Recentemente, tuttavia, con la riduzione del sussidio, molti ex percettori di RdC sono tornati a chiedere supporto, a Bari così come negli sportelli metropolitani di Pf. tra questi una platea prevalentemente over 40. In particolare per queste figure che devono “rimettersi in gioco” è fondamentale un supporto di accompagnamento come quello che PF cerca di proporre, consapevoli che comunque non sia facile per queste persone rientrare nel mercato del lavoro”.

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