I bambini usano il sistema immunitario in modo diverso dagli adulti, ma efficiente. È quanto emerge da uno studio della Cornell University, pubblicato su Science Immunology. Gli studiosi hanno a lungo creduto che il sistema immunitario di un neonato fosse una versione immatura di quello di un adulto, ma la nuova ricerca mostra che le cellule T dei neonati – globuli bianchi che proteggono dalle malattie – superano addirittura quelle degli adulti nel contrastare numerose infezioni. Le cellule T adulte superano quelle dei neonati in compiti quali il riconoscimento degli antigeni, la formazione della memoria immunologica e la risposta alle infezioni ripetute. Ma lo studio ha scoperto che le cellule T dei neonati non sono carenti. Mentre quelle adulte utilizzano l’immunità adattativa – riconoscendo germi specifici per poi combatterli in seguito – quelle dei neonati vengono attivate da proteine associate all’immunità innata, la parte del sistema immunitario che offre una protezione rapida ma non specifica contro i microbi che il corpo non ha mai incontrato. Questo consente loro di fare qualcosa che è precluso alla maggior parte delle cellule del sistema immunitario degli adulti: rispondere durante le primissime fasi di un’infezione e difendersi da un’ampia varietà di batteri, parassiti e virus sconosciuti.
“Il nostro articolo dimostra che le cellule T neonatali non sono compromesse, sono semplicemente diverse da quelle degli adulti – conclude Brian Rudd, uno degli autori della ricerca- e queste differenze probabilmente riflettono il tipo di funzioni che sono più utili nelle diverse fasi della vita”. I risultati aiutano a chiarire perché adulti e bambini rispondono in modo diverso alle infezioni e aprono la strada al controllo del comportamento delle cellule T per applicazioni terapeutiche.