“Ci sono molti problemi, ma ci sono anche molti sviluppi e questo anno accademico comincia riflettendo, studiando, creando nuovi modelli che forse produrranno numeri. Questi numeri quest’anno sono virtuosi, sono in crescita”. Lo ha detto il rettore dell’università Aldo Moro di Bari, Stefano Bronzini, a margine dell’inaugurazione del nuovo anno accademico in corso nel teatro Piccinni. “Adesso – ha aggiunto – bisogna agganciare questa crescita ai territori, con ricadute significative”. Bronzini ha chiarito che “quando si parla di finanziamenti vuol dire che non si hanno idee. Noi preferiamo parlare prima delle idee e poi dei finanziamenti”.
“Abbiamo, primi in Italia, istituito un fondo per agevolare coloro che, dopo gli incontri con i nostri psicologi, volessero continuare il percorso terapeutico fuori dal nostro counseling. Pur confermando con orgoglio la nostra scelta, mi domando: è nostro compito sopperire a questioni che pertengono al welfare? Mi stupisce che nessuno lo abbia rilevato”, ha continuato Bronzini.
“È necessario – ha aggiunto – costruire nuovi modelli per evitare che gli studenti siano considerati semplicemente dei consumatori”. Bronzini ha chiarito che “si deve avere una comune ambizione: avere spazi urbani arredati con laboratori diffusi e accessibili, spazi di socializzazione, e luoghi urbani dedicati alla contaminazione dei saperi e alla coesistenza dei cittadini con la ricerca” e che si deve parlare “non di città universitarie” ma “di città della conoscenza”. Bronzini ha parlato anche della “preoccupazione per la crescente istituzionalizzazione del precariato”. “Si parla spesso di merito – ha aggiunto – termine per me pieno di contraddizioni, se non lo si affianca al sostantivo opportunità. Suggerisco di attrezzarsi con risposte credibili prima della conclusione della ricostituente iniezione Pnrr. Il 2026 è dietro l’angolo”.