Sono onorato di portare il saluto dell’Anpi a una celebrazione che, a ben vedere, parla di quella comunità nazionale pluralista che chiamiamo Repubblica democratica e antifascista, che comincia in qualche modo a delinearsi qui, esattamente ottanta anni fa. Col congresso di Bari si sanciva l’unità nazionale fra i partiti antifascisti che si affacciavano alla direzione del sistema politico, conquistando spazi di autonomia nel contesto dell’occupazione militare. In particolare da parte degli inglesi, non si nascondeva la volontà di evitare la rottura col regime prefascista mantenendo la monarchia”. Lo ha detto il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, intervenendo alle celebrazioni per l’80esimo anniversario del primo congresso dei Comitati di liberazione nazionale, che si svolse nel teatro Piccinni di Bari il 28 e 29 gennaio del 1944. Nello stesso luogo oggi si ricorda quell’evento alla presenza, tra gli altri, del Capo dello Stato, Sergio Mattarella; del sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro; e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Pagliarulo ha proseguito ricordando che “la questione istituzionale come tale fu rinviata – anche in seguito alla successiva ‘svolta di Salerno’ – ma si trovò a Bari l’unità sulla richiesta di abdicazione del re e sulla formazione di una giunta esecutiva permanente, che rafforzava i legami unitari fra i partiti e faceva intravvedere in filigrana la futura Assemblea costituente. Fu allora, dopo quattro mesi di Resistenza al centro e al nord – ha evidenziato Pagliarulo – che cominciava a germogliare quel patrimonio di riflessioni sulla democrazia che era stato seminato nel ventennio, da Gobetti a Gramsci, dai Fratelli Rosselli al Codice di Camaldoli, dal Manifesto di Ventotene a Eugenio Curiel, a Giuseppe Dossetti, a tanti altri”.
Emiliano – “Noi non dimentichiamo i misfatti, le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l’Italia. Quel senso di liberazione, quell’affrancamento dal fascismo e dalla guerra richiede oggi, da parte nostra, azioni coerenti che continuino a mantenerlo in salute giorno dopo giorno. Signor Presidente, lei più volte ci ha ricordato che la memoria non è materia inerte, non è la retorica marmorea di una lapide, men che meno una ricorrenza, ma è un atto del vivere. È materia viva, è il lievito delle nostre giornate. Una memoria che non sempre è conforto, ma a volte è un pungolo a reagire, a impegnarsi, a costruire con fatica un futuro migliore del presente. Ricordiamo oggi un evento accaduto 80 anni fa nella consapevolezza, quindi, di coltivare una memoria capace di creare una nuova forza rigeneratrice; una memoria che si fa impegno comune per costruire un nuovo paradigma dell’umano. Continueremo, ostinatamente, a costruire giorno per giorno la nostra liberazione. Come fecero i partigiani, noi guardiamo avanti nella certezza che da qualsiasi oscurità insieme usciremo liberi”.
Decaro – “La presenza del presidente Mattarella testimonia un legame con la nostra terra e con i valori della nostra Carta costituzionale. Per noi oggi è un orgoglio ricordare quello che è accaduto 80 anni fa all’interno del teatro Piccinni. Il primo Congresso dei Comitati nazionali di liberazione dove sono state poste le basi della nostra Costituzione”. Decaro ha ricordato che “qui straordinari personaggi come Benedetto Croce, Michele Cifanelli, Tommaso Fiore hanno parlato di libertà, di democrazia e di coraggio. Lo stesso coraggio che ha caratterizzato l’azione degli abitanti della città vecchia in quegli anni: seguendo il generale Bellomo difesero la città vecchia e il porto dall’attacco nazista. È importante ricordare la passione che ha animato la città in quegli anni – ha concluso il sindaco – e gli atti di resistenza che ci sono stati e che ci hanno permesso di ottenere, anche se in maniera tardiva, una medaglia d’oro al valore”.