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La storia di Vittoria e Pasquale: “I panzerotti baresi? A New York”

Dall'inaugurazione nel 2018 (sotto la neve) ai panzerotti "gourmet": "L’Italia è il Paese più bello del mondo, ma non per lavorarci"

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Ven, 26 Gennaio 2024 - 09:45

Vittoria e Pasquale sono due baresi che nel 2018 hanno aperto la loro attività a New York, esportando i panzerotti baresi. Un’impresa non facile, come raccontano loro stessi, e che è diventata più complessa soprattutto dopo il Covid, ma che rifarebbero altre mille volte. “I bambini qui ne vanno ghiotti”. Ecco la loro storia.

Chi sono i “fondatori” di Panzerotti Bites.

“Siamo Vittoria Lattanzio (32) e Pasquale De Ruvo (42), una coppia di baresi partner nella vita e nel lavoro. Uniti da tanti anni, abbiamo deciso di intraprendere una nuova vita negli Stati Uniti aprendo una panzerotteria a New York nel 2018. Pasquale, di Ruvo di Puglia, era proprietario di una caffetteria nella sua città, con la passione per la moto, per la chitarra e lo sci. Vittoria, di Bitonto, laureata in Lingue e Letterature Straniere a Bari, ha conseguito un Master in Internazionalizzazione d’Impresa con l’ICE, ed è appassionata di animali, viaggi e cucina”.

Cosa vi ha spinto a trasferirvi a New York per aprire un locale di panzerotti?

“Il tutto è nato nel 2015, quando tra vari viaggi in California e nello stato di New York, ci siamo innamorati dell’America. Da sempre sognavamo di trasferirci all’estero e a New York abbiamo trovato la meta desiderata: una città piena di stimoli, di energia, dove idee particolari o ingegnose diventano realtà e vengono apprezzate; dove ci si sente liberi di credere in se stessi e investire in un progetto personale, avendo la burocrazia e i newyorkesi al tuo fianco. Essendo amanti della cucina, io e mio marito Pasquale amavamo preparare cene per amici e per la famiglia molto spesso e ci rendevamo conto di essere una squadra affiatata e ben organizzata. Parlando tra di noi, ci confidammo il desiderio di aprire un’ attività di ristorazione insieme. Il tutto è convogliato in questa idea della panzerotteria. A New York mancava un Fine Street Food italiano, o meglio pugliese. Tra le tante prelibatezze, abbiamo puntato sul panzerotto fritto, fatto a mano, con farine pugliesi, ben lievitato, con ingredientistica selezionata e importata dall’Italia o meglio ancora dalla Puglia. Brooklyn ci ha accolti con tanto entusiasmo, essendo plasmabile ai nuovi trend, ed apprezzando molto la vera cucina italiana. E in fondo, chi non ama i panzerotti?”

In questi anni avete avuto dei rimpianti per essere partiti? 

“La vita lavorativa a New York scorre così velocemente che non si riesce nemmeno a fermarsi a pensare. Ogni tanto qualche cliente ci chiede: lo rifareste? E la risposta è sempre un sì deciso. Qui siamo felici, si lavora molto bene, abbiamo tanti amici e le opportunità lavorative, abitative, ludiche sono infinite. Vivere a New York non è per tutti  e chi ci abita può ritenersi fortunato: “Se ce la fai  qui, ce la fai ovunque”, cantava Frank Sinatra.

Siamo stati un po’ folli in tutto questo progetto. Abbiamo fatto qualcosa affrontata da pochi giovani prima di noi ed eravamo i soli soci, non avevamo nessuno dietro di noi a coprirci le spalle in caso di errori. Non conoscevamo nessuno a New York e non avevamo nemmeno una casa in cui stare. Ma ci siamo detti: ”Ora siamo giovani e abbiamo il coraggio di farlo, possiamo affrontare tutto questo stando uniti e sostenendoci a vicenda, credendo in ciò che stiamo facendo, vada come vada”. Siamo felici che tutto sia andato per il meglio nonostante le tante difficoltà burocratiche e i prezzi altissimi di New York.

L’Italia è il Paese più bello del mondo, ma non per lavorarci. Forse un giorno torneremo in Puglia per goderci un po’ di serenità, ma lo vediamo come un progetto di vita lontano, quasi pensionistico. Sarebbe bello trascorrere del tempo sul tranquillo mare Adriatico, parlare con gli amici in italiano, non dover pagare l’assicurazione sanitaria e gustarsi il cibo salutare che caratterizza la nostra regione”.

Come sta andando l’attività e come è cambiato il vostro “rapporto” con i clienti americani?

“Al contrario di quanto si possa pensare, aprire una panzerotteria negli States non è semplice e vincente in maniera scontata, perché qui nessuno conosce il prodotto. Tramite pubblicità, passaparola, impegno e professionalità, siamo riusciti a stimolare la curiosità e l’appetito dei local e piano piano stiamo collezionando i risultati del duro e costante lavoro che portiamo avanti sin dal giorno in cui abbiamo aperto Panzerotti Bites, il 7 gennaio 2018 (con tanta neve fuori).

Siamo riusciti ad attirare l’attenzione di molte riviste americane, come il New York Post, AmNewYork e anche il New York Times.  Anche su Facebook abbiamo avuto moltissime condivisioni e tantissime persone ci hanno scritto privatamente facendoci un grande in bocca al lupo e mandando tanto affetto. Siamo davvero felici per questo “innamoramento” da parte degli italiani e dei pugliesi riguardo alla nostra storia e al nostro prodotto. Tantissimi vengono anche a trovarci.

I bambini del quartiere ne vanno pazzi. I panzerotti piacciono proprio a tutti, persone di ogni età. Ci fa molto piacere comunicare con i clienti e coinvolgerli, tramite la cucina a vista, dove tutto è preparato a mano e al momento, perché così capiscono la qualità e l’impegno che c’è dietro. Per tre anni consecutivi siamo stati inseriti da Yelp tra i primi 10 ristoranti a New York.

Sin dal primo giorno, gli americani sono molto incuriositi dal panzerotto. Alcuni più informati lo paragonano al primo approccio ad un calzone napoletano, altri più scaltramente mi dicono “ma sembra una empanada”. Ed è allora che iniziamo a spiegare cos’è un panzerotto pugliese, come è fatto e di cosa sa. spieghiamo le varianti e i vari accostamenti. Una volta intesi, lo provano, e bite after bite, abbandonano il dubbio iniziale e si lasciano coinvolgere dalla bontà del prodotto, provandone altri e tornando altre volte, con gli amici e la famiglia. Ci fa molto piacere comunicare con loro e coinvolgerli, perché quando capiscono la qualità dell’authentic italian food, possiamo affermare di aver portato a termine la nostra missione del giorno!

Mentre inizialmente il cliente americano veniva per assaggiarlo, adesso entra e ne ordina tanti: porta la famiglia, gli amici con se. E’ fiero di far assaggiare ai suoi conoscenti un prodotto con tanta storia dietro e fatto al momento da due pugliesi. Tutti entrano e vanno via col sorriso e ci salutano dicendo Ciao, Grazie!”

Avete adeguato il menu anche a richieste più “americane” o siete sempre rimasti legati alla tradizione culinaria pugliese?

“In uno scenario infinito di ristoranti a New York, la proposta gastronomica di ogni food establishment dovrebbe essere unica nel suo genere per sopravvivere ai costi e alla concorrenza, nel tempo. Coscienti di ciò, non ci siamo fermati al menu con i famosi panzerotti pugliesi, fritti o al forno, che rispettano la tradizione ma abbiamo pensato di introdurre una alternativa fresca, perfetta per la stagione calda: i panzerotti Gourmet. Sono una nuova versione del panzerotto in cui si frigge/si fa al forno l’impasto vuoto e una volta pronto lo si taglia a metà e lo si farcisce come un panino. Lo marchiamo a caldo con il nostro logo così da essere brandizzato. Sono questi quelli più particolari, in cui si può trovare l’Octopus, il panzerotto con polpo e crema di patate oppure il Salmon, farcito con salmone affumicato e formaggio spalmabile. Quello che bisogna sempre tener presente è il nostro target. Bisogna sempre essere all’altezza delle aspettative e delle richieste del cliente americano senza avere la “presunzione” di essere italiano e di saperne più degli altri. Non nascondiamo di servire una semplice salsa di pomodoro (richiestissima!) da accompagnare a lato del panzerotto.

Serviamo anche il panzerotto dolce, con Nutella e ricotta. Ogni settimana proponiamo degli impasti alternativi, come quello al cacao o al caffè per i panzerotti dolci, oppure curcuma o all’ortica, per stimolare la curiosità e il palato dei nostri clienti”.

Cosa consigliereste ad un giovane se volesse seguire le vostre orme, ossia lasciare la Puglia e trasferirsi negli States o comunque all’estero?

“Pensateci bene e razionalmente prima di investire le vostre risorse e capitali in America. Non pensate che sia tutto rose e fiori, anzi, nessuno vi aspetta a braccia aperte. Dopo il covid, il costo della vita è alle stelle, attualmente New York è la città più costosa del mondo, non sempre ci si sente sicuri per strada e c’è molta, moltissima concorrenza in ogni settore. Chiunque ti può fare causa per qualsiasi motivo, tutti vogliono venderti qualcosa. Bisogna essere pronti a fare molti sacrifici, qui gli europei sono dei perfetti sconosciuti (non avendo una storia di credito americana) ed è quasi impossibile trovare una casa in affitto non appena ci si trasferisce. Per non parlare del visto lavorativo, che viene concesso col contagocce e solo se il vostro progetto di business ha basi solide. Infine, non è possibile assumere dall’Italia”.

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