Negli ultimi anni, l’utilizzo dei social media è diventato sempre più spasmodico e costante. Il modo in cui utilizziamo queste piattaforme e ancor più il tempo che dedichiamo ad esse, spesso sfugge al nostro controllo razionale.
Basti pensare ai più comuni atteggiamenti giornalmente ripetuti: ci svegliamo al mattino e spesso ancor prima di far colazione o addirittura alzarci dal letto, diamo un’occhiata ai nostri social; i momenti di pausa durante la giornata sono prettamente dedicati a scrollare il feed e ovviamente prima di dormire, un ultimo sguardo a like e commenti.
Dietro la semplicità e la facilità di utilizzo di questi social però si nasconde un fattore che ne decreta il successo e la pervasività nelle nostre vite: si tratta dell’utilizzo dei cosiddetti bias cognitivi.
Ma cosa è un bias cognitivo?
Il bias cognitivo è una sorta di schema di pensiero sistematico e prevedibile che influenza la percezione e la presa di decisioni delle persone in modo distorto. Sono il risultato di processi mentali automatici e spesso inconsapevoli e rappresentano distorsioni nella nostra capacità di elaborare informazioni oggettive.
Sostanzialmente consentono al cervello di non sovraccaricarsi e decidere più rapidamente ma spesso portano a giudizi errati o conclusioni grossolane.
I social media fanno leva sui bias cognitivi per massimizzare il nostro attaccamento ad essi.
Ecco i bias principalmente utilizzati
- Bias del pavone: questo bias ci spinge a mostrare agli altri solo gli aspetti positivi della nostra vita, e a prediligere racconti di successi più che di fallimenti. Il mondo social è la culla di questo mondo di finta perfezione: vite straordinarie piene di viaggi, divertimenti, successi e solo felicità. Il risultato è dunque una vita apparentemente patinata che induce a pensare di avere una vita banale rispetto a quella che vivono gli altri e aumenta la sensazione di frustrazione e insoddisfazione.
- Bias di conferma: questo bias ci spinge a cercare e interpretare le informazioni in modo tale da confermare le nostre convinzioni preesistenti, tendiamo a cercare le informazioni che confermano le nostre credenze esistenti, trascurando quelle che le confutano. Gli algoritmi dei social media hanno l’effetto di amplificare il bias di conferma, ovvero ci sottopongono a maggiori contenuti che rinforzano la nostra opinione originaria.
- Bias di conformità sociale: questo bias riflette il nostro desiderio di adattarci alle norme sociali e alle aspettative dei nostri simili, a prescindere dalle nostre reali volontà. Nel mondo social, questo bias viene sfruttato attraverso meccanismi come il conteggio dei “Mi piace” e dei follower.
I bias non nascono ovviamente per legarci a piattaforme social, ma vengono spesso utilizzati in marketing e comunicazione per influenzare o per lo meno provare a influenzare scelte e opinioni delle persone. Sapere che esistono e che vengono utilizzati, è quindi utile per conservare senso critico e oggettivo della realtà.
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