Un aumento del 5 per cento sul canone unico patrimoniale del Comune di Bari, dovuto all’adeguamento Istat. Lo ha stabilito la giunta, licenziando il provvedimento che mira a ricondurre gradualmente il gettito ai livelli prepandemici, “nella prospettiva – si legge nella delibera – di sostegno all’economia cittadina a fronte della grave crisi anche economica legata alla fase pandemica acuta, nonché in ragione dei conflitti bellici in corso, che hanno creato notevoli disagi come ad esempio il rincaro dell’energia”. L’amministrazione ha quindi provveduto per il 2024 ad una “lieve rimodulazione dei coefficienti tipologici, in ogni caso contenuta nei limiti della misura dell’ultimo indice di variazione di Istat disponibile (settembre 2023)”.
Il canone unico patrimoniale riunisce in un’unica tariffa l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni, il canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari e il canone limitatamente alle strade di pertinenza dei comuni e delle province. Il canone varia in base alle zone: ha un coefficiente più elevato in centro o dove si registra una maggiore concentrazione di attività commerciali. In totale le entrate per il Comune si attestano intorno ai 4 milioni di euro.
Per fare qualche esempio, si pagherà per l’occupazione di insegne da un minimo di 29 euro ad un massimo di 60 euro al metro quadro (annualmente), fino a 200 euro per impianti a messaggio variabile su suolo pubblico. Per le occupazioni di suolo pubblico (come detto differenziate per zona) si va da un minimo di 13 euro ad un massimo 30 euro al metro quadro, una media di 15 euro al metro quadro per i passi carrabili. Stabilite anche le tariffe per gli “spettacoli viaggianti”, fino a 20 euro a metro quadro. Per le occupazioni con tavolini e sedie si va da un minimo di 8 euro ad un massimo di 151 euro al metro quadro (sempre all’anno).