La vittoria contro il Sudtirol ha rappresentato, senza dubbio, una boccata d’ossigeno per il Bari. Ma le varie problematiche emerse in questi primi mesi di campionato sono tutt’altro che svanite. Di fondamentale importanza sarà il prossimo match in trasferta contro lo Spezia. Per trattare i vari temi di questa gara, ma anche per fare il punto sul campionato dei galletti, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Spezia, vale a dire Osarimen Giulio Ebagua. Ebagua si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare anche la sua carriera e le sue avventure in Puglia e in Liguria.
Osarimen Giulio Ebagua, classe 86, è ancora nel mondo del calcio?
“No, ho smesso col calcio. Attualmente lavoro nel settore immobiliare, mentre la mia compagna ha un’impresa d’importazione di birre”.
Ultima esperienza a Varese, prima ancora l’avventura esotica nel campionato degli Emirati arabi. È stato un po’ un precursore…
“Credo che si viva meglio negli Emirati arabi. Ricordo che ebbi dei contatti con squadre dell’Arabia Saudita ma il mio agente me lo sconsigliò. Ovviamente, a livello calcistico, molto più competitivo il campionato di Cristiano Ronaldo e compagnia bella”.
Al suo arrivo a Bari venne paragonato a Maxi López. Paragone giusto?
“Maxi ha fatto molto più di me in carriera. È anche mio amico e sono felice per questo accostamento. Magari abbiamo delle caratteristiche tecniche simili, questo sì”.
Mettiamo per un attimo il calcio da parte: lei è nato in Nigeria, ma è giunto in Italia quando aveva 1 solo mese di vita. Insomma Italia come scelta di vita con la Nigeria nel cuore?
“Certamente, anche se mi piacerebbe conoscere meglio il mio paese d’origine. Tuttavia, mi sento al 100% italiano “.
Ma Giulio Ebagua non è solo un calciatore. Nel 2021 l’avventura politica culminata con l’elezione come consigliere comunale a Varese.
“Me l’hanno proposto e ho deciso di impegnarmi in questa esperienza. Sono ancora in carica “.
Torniamo al calcio e alla sua carriera. Lei si è consacrato come attaccante. Ma nasce difensore nelle giovanili del Torino…
“Ai tempi delle giovanili del Torino, organizzarono una gara amichevole contro la prima squadra. Il mister mi provò come attaccante e feci benissimo, tanto da guadagnami la convocazione nel Torino dei “grandi”.
La sua crescita calcistica è stata ostacolata dagli infortuni e da un carattere non facile?
“Sicuramente sì, non ho problemi ad ammetterlo. Gli infortuni sono stati lievi ma tanti. Se fossi stato meno impulsivo avrei potuto fare molto di più”.
Dal 2013 al 2015 ha vestito la maglia dello Spezia, prossimo avversario del Bari: 47 presenze e 16 reti. Esperienza positiva…
“Sono stato molto bene a La Spezia. Purtroppo mi ruppi il collaterale e questo limitò la mia esperienza in Liguria “.
Dopo lo Spezia, l’avventura a Bari nel 2015: 16 presenze e due reti. Come valuta la breve parentesi barese?
“A Bari mi sono trovato benissimo. Amo Bari, una città che mi ha accolto a braccia aperte. Dal punto di vista calcistic, Bari rappresenta un grande rammarico: arrivai che ero già “zoppo” e giocavo con le infiltrazioni. La squadra era forte e potevamo fare sicuramente di più. Un vero peccato. Nonostante tutto, sentivo l’affetto della gente e la fiducia da parte dei compagni di squadra”.
Il Bari attuale vive momenti altalenanti. Cosa ne pensa della squadra di Marino?
“Andrò controcorrente, ma credo che il Bari abbia ancora grandi chance in questo torneo. Ovviamente era impensabile poter replicare il campionato dello scorso anno. Fa ancora male. Se il Bari riesce ad agguantare i playoff a fine stagione, potrà diventare una seria candidata per la promozione”.
Conosce qualche calciatore del Bari?
“Bellomo sta giocando poco, ma lui porta baresità nello spogliatoio. Conosco anche Di Cesare e Pucino”.
Cosa manca a questo Bari rispetto alla squadra dello scorso anno?
“Sono andati via dei calciatori chiave. L’ossatura della squadra è cambiata. Il vero problema è a centrocampo: lo scorso anno si faceva fatica a fare gol al Bari perché c’era una linea mediana che proteggeva adeguatamente la difesa. La squadra attuale ha meno qualità. Poi c’è la pressione della piazza che incide tanto. Per me era un elemento positivo, per altri no. Infatti ci sono tanti calciatori che hanno fatto meglio lontano da Bari. La pressione nella piazza barese si avverte, senza che il tifoso parli. Te ne accorgi dagli sguardi o dall’aria che respiri. Per non parlare dell’atmosfera allo stadio: i cori o i tamburi che suonano. Bari è affascinante. Ma tutto questo può anche condizionarti e trasmetterti la paura di sbagliare. Magari, senti dei fischi e ti tremano le gambe. Ricordo solamente che quando giocavo a Bari da avversario, mi ripetevo sempre: “Che bello giocare qui”.
Che ne pensa della multiproprietà?
“Credo sia l’ultimo problema del Bari. Ad averne proprietari come i De Laurentiis. Con tutto quello che hanno passato i tifosi del Bari…”.
E veniamo a questo Spezia Bari: che partita si aspetta? Per chi farà il tifo?
“Il Bari è altalenante e fa fatica a imporre il proprio gioco, ma penso che contro lo Spezia farà bene. Mi spiace per lo Spezia, ma tiferò Bari”.