“Ho letto le dichiarazioni di Crosetto e credo che sia stato male informato: del Pnrr non ci occupiamo noi magistrati italiani ma la procura europea”. Lo dichiara a Repubblica Roberto Rossi, procuratore distrettuale antimafia di Bari ed ex componente del Csm. Dai magistrati italiani, sostiene, non c’è attività contro il governo: “Assolutamente no. Noi facciamo soltanto il nostro lavoro nel massimo rispetto del ruolo che la Costituzione ci affida. Ecco perché sono sorpreso di certi toni: non c’è assolutamente nessun motivo per aprire una stagione del conflitto. L’interesse comune è quello di avere istituzioni che vadano tutte nella stessa direzione”. Nel caso del Pnrr “vi è un fortissimo elemento di interesse da parte della criminalità organizzata. E per rendersene conto non serve aspettare l’esito di eventuali indagini ma osservare le attività di diverse prefetture che stanno emettendo importanti interdittive antimafia. Credo questo sia un segnale molto positivo: il controllo comune, quello amministrativo e penale, è la strada maestra per affrontare in maniera efficace la criminalità organizzata”.
“Io sono ottimista. Perché sono sicuro che tutti, magistratura compresa, conoscano l’importanza del controllo, dal quale ogni potere, e parlo anche di quello dell’ordine giudiziario, alle volte cerca di fuggire. Credo sia un gravissimo errore vedere l’applicazione delle norme come una sfida al potere politico. Qui non può essere la magistratura sul banco degli imputati – conclude il magistrato – Credo che alcune prese di posizione, anche da parte di soggetti politici di rilievo, siano state negative per il sistema Paese. Io credo ci siano tutti gli spazi per aprire una stagione del dialogo”.