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In vendita il negozio di via Vallisa: “La storia di Bari”

Il racconto di un parente: "Chissà che fine farà la storica insegna in legno"

Pubblicato da: Samantha Dell'Edera | Sab, 25 Novembre 2023 - 08:27
“Questo negozio apparteneva alla famiglia di mia madre, Vittoria Traversa”. Inizia così il racconto di Emanuele Buonvino sullo storico negozio in via Vallisa, chiuso ormai da tre anni ed ora in vendita. Fu il bisnonno di Emanuele ad aprire l’attività commerciale nella seconda metà del 1800.  “Era l’unica a Bari che vendeva ceste, corde, scope di saggina, turaccioli, tegami, oggetto in rame
per la casa e terraglie – continua il racconto –  Quello in via Vallisa era il negozio al dettaglio, mentre quello all’ingrosso era all’estramurale ( via Capruzzi, angolo via Amendola ). Quattro generazioni ( bisnonno, nonno, zii e cugini di primo grado ) hanno servito l’intera città, la provincia, la regione ed anche i paesi oltremare. Dopo la morte prematura di nonno Emanuele, subentrarono i tre figli maschi: Andrea, Giuseppe e Michele, miei zii. Quest’ultimo si ritirò dal commercio per seguire la carriera di avvocato, ma purtroppo morì giovanissimo a 35 anni. Zio Andrea ( il primogenito ) amministrò questo negozio di Bari vecchia e zio Peppino quello all’estramurale, non più all’ingrosso ma al dettaglio”.
“Dopo di loro, successero i loro figli, nei rispettivi due negozi ed in particolare mio cugino grande Emanuele ed il fratello Beppe, questo in via Vallisa. Beppe è morto alcuni anni fa, ma Emanuele vive ancora ed ha 93 anni – continua il racconto –  Nessuno dei figli di questi ultimi si è sentito di proseguire l’attività ultra secolare e così da circa 3 anni, il negozio ha chiuso i battenti per sempre. È ancora rimasta l’antica insegna in legno, tutta rovinata, ma che fine farà non si sa  perché il locale è stato messo in vendita”.
“Vi ho raccontato una storia, che non è solo una storia di famiglia, né di un’attività commerciale, ma la storia di Bari e di tutti i baresi che hanno avuto sicuramente a che fare con ciò che il negozio vendeva”, conclude Emanuele Buonvino. (foto Emanuele Buonvino)
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