“Non lasciateci soli”. “Non spegnete i nostri sorrisi”. Sono scesi in piazza oggi alle 10 e hanno esposto i loro cartelloni davanti al teatro Petruzzelli, le associazioni di categoria Agci – Airp – Fimpi – Lega Coop – Welfare a Levante. Si tratta di una manifestazione “in difesa e a favore dell’esigibilità dei diritti costituzionali ad una vita dignitosa, alla cura e all’assistenza territoriale che appaiono fortemente compromessi a causa del rischio di chiusura che incombe sulle nostre rsa e centri diurni ormai stremate da mesi di attesa e mancate risposte da parte dell’assessorato alla Salute della Regione Puglia.
Parliamo di circa 400 strutture tra residenziali e diurne – spiegano Michele Latorre dell’Agci, Giovanni Miccoli dell’Airp, Alessandro Saracino della Fimpi, Pasquale Ferrante della Lega Coop e Antonio Perrugini di Welfare a Levante – che sviluppano un fatturato di oltre 1 miliardo di euro in Puglia garantendo occupazione stabile a oltre 20.000 lavoratori e che sono a forte rischio di sopravvivenza”
Le principali questioni da affrontare sono : il mancato termine dei procedimenti di autorizzazione e accreditamento, la mancanza di risposte certe e precise rispetto ai tempi e alle modalità di perfezionamento dei conseguenti accordi contrattuali dai quali deriva il riconoscimento della retta e quindi della equa remunerazione, la rigidità dei requisiti organizzativi rispetto alle presenze, la messa in discussione del riconoscimento dell’Iva per le cooperative, l’ostracismo all’autorizzazione delle cessioni di azienda o di loro rami, il non riconoscimento delle spese di trasporto, servizio ancillare fondamentale per la fruizione dei servizi semiresidenziali in favore dei disabili.
“L’assenza di risposte – spiegano ancora- figlia anche di un continuo e stucchevole tergiversare su dati e interpretazioni giuridiche, ha ormai portato sull’orlo dell’insostenibilità le Rsa e i cebtri diurni che continuano ad operare grazie all’abnegazione e all’impegno quotidiano di tante e tanti professioniste e professionisti che, andando oltre la diligenza dovuta all’esecuzione del proprio lavoro, con grande spirito di umanità si prendono cura dei più deboli sostenendo con essi il carico di apprensione, dolore e preoccupazione che attanaglia le famiglie degli stessi assistiti”.