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Puglia, Rsa e centri diurni allo stremo: associazioni in piazza

Appuntamento al 27 ottobre, obiettivo: "Difendere i diritti alla cura e all'assistenza"

Pubblicato da: redazione | Gio, 26 Ottobre 2023 - 14:26

Difendere l’esigibilità dei diritti costituzionali ad una vita dignitosa, alla cura e all’assistenza territoriale. È il motivo per cui, il prossimo 27 ottobre, a partire dalle ore 10, le associazioni di categoria AGCI – AIRP – FIMPI – LEGACOOP – Welfare a Levante scenderanno in piazza a Bari, in particolare di fronte al teatro Petruzzelli. Obiettivo, chiedere risposte in merito a un tema che oggi, evidenziano, risulta “fortemente compromesso a causa “del rischio chiusura che incombe sulle Rsa e centri diurni ormai stremati da mesi di attesa e mancate risposte da parte dell’assessorato alla salute della Regione Puglia che continua a trascinare sine die la piena attuazione dei RR nn. 4 e 5 del 2019 e con essa, al netto delle proclamazioni di dati trionfalistici, la piena ed effettiva realizzazione dei Lea, allo stato inesistente per la popolazione anziana non autosufficiente e disabile”.

Si tratta, evidenziano, di circa 400 strutture, tra residenziali e diurne che sviluppano un fatturato di oltre 1 miliardo di euro in Puglia garantendo occupazione stabile a oltre 20mila lavoratori, oggi a forte rischio di sopravvivenza. “Il mancato termine dei procedimenti di autorizzazione e accreditamento – proseguono – la mancanza di risposte certe e precise rispetto ai tempi e alle modalità di perfezionamento dei conseguenti accordi contrattuali dai quali deriva il riconoscimento della retta e quindi della equa remunerazione, la rigidità dei requisiti organizzativi rispetto alle presenze, la messa in discussione del riconoscimento dell’IVA per le cooperative, l’ostracismo all’autorizzazione delle cessioni di azienda o di loro rami, il non riconoscimento delle spese di trasporto, servizio ancillare fondamentale per la fruizione dei servizi semi residenziali in favore dei disabili, sono le principali questioni che, insieme ad altre, abbiamo da tempo sollevato all’Assessorato alla salute regionale, sempre con rispetto dei ruoli, chiarezza, lealtà e secondo i corretti canali dell’interlocuzione concertativa tra Parti sociali e Istituzioni” – sottolineano rimarcando la volontà di voler avere risposte.

“L’assenza di risposte, figlia anche di un continuo e stucchevole tergiversare su dati e interpretazioni giuridiche- continuano – ha ormai portato sull’orlo dell’insostenibilità le Rsa i centri diurni che continuano ad operare grazie all’abnegazione e all’impegno quotidiano di tante e tanti professioniste e professionisti che, andando oltre la diligenza dovuta all’esecuzione del proprio lavoro, con grande spirito di umanità si prendono cura dei più deboli sostenendo con essi il carico di apprensione, dolore e preoccupazione che attanaglia le famiglie degli stessi assistiti. Manifesteremo  perché non ci arrendiamo al destino di chiudere strutture che molto spesso sono ubicate nelle comunità più piccole e rappresentano per queste probabilmente l’ultimo presidio dei servizi di pubblica utilità dove le persone possono accedere e realizzare i propri diritti di cittadinanza. Manifesteremo perché non permetteremo che tecnocrazia, bizantinismo burocratico e una produzione quasi logorroica, nonché fuorviante e illogica di interpretazioni, continui a perpetuare uno stato di incertezza dei tempi e del diritto che alla lunga comporta disparità di trattamento e consolidamento di diseguaglianze attraverso il libero arbitrio della regione e di alcuni dirigenti del dipartimento salute”.

“Manifestiamo – hanno aggiunto infine – perché non permetteremo che la Puglia della partecipazione, la Puglia che dell’integrazione socio-sanitaria aveva fatto un modello retroceda verso modelli di cura istituzionalizzanti, massificati, dove la disabilità sia ricondotta alla malattia e la degenerazione delle cronicità non sia adeguatamente curata e quanto più possibile ritardata e perché vogliamo dare evidenza, volto e rappresentazione a tutte e tutti coloro che vivono il disagio derivante da quello che noi rivendichiamo da tempo per ricordare che le persone non sono numeri, posti letto, utenti, ma sono donne e uomini che ogni giorno, accanto alle loro sofferenze, si sforzano di donarsi la speranza di coltivare un sogno o un ambizione per dare un senso alla loro vita” – concludono.

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