“Via Sparano è passata da luogo di aggregazione a luogo di passaggio”. A raccontare l’evoluzione di quello che è sempre stato definito il “salotto” di Bari è l’architetto barese Gianvito Spizzico. Che ha vissuto e conosciuto le diverse fasi di una delle strade simbolo della città.
“Via Sparano nasce con i binari del tram e le carrozze, poi negli anni della motorizzazione era una strada a doppio senso di marcia. Siamo negli anni 60 – racconta Spizzico – Essendo Bari priva di piazze di aggregazione, via Sparano è diventata una sorta di piazza centrale. Il sabato e la domenica si riversava la gente, c’erano quelli che indossavano il vestito elegante. E c’erano anche parecchi bar. Poi iniziarono i negozi che l’hanno fatta denominare il salotto dello shopping negli anni 70 e la giunta De Lucia deliberò il divieto di aprire bar”. Man mano quindi i locali si spostarono sulle traverse, sostituiti invece in via Sparano dalle boutique.
“I bar delle traverse e gli angoli diventarono punti di aggregazioni delle comitive. C’era la Sica, in via Putignani dove mi riunivo io con i miei amici – continua Spizzico – poi c’era Mincuzzi che diventò punto di aggregazione di un altro gruppo di comitive, più popolari. Da cui nacque il primo capellone di Bari: quando arrivava, la folla lo circondava per vederlo. Altro gruppo era alla Saicaf che aveva come frequentazione l’alta borghesia barese. Con il passare degli anni si aggiunsero Stoppani, il Savoia”.
“Via Sparano è rimasta aperta al traffico a doppio senso fino agli anni 70. La domenica quando cominciammo ad avere la patente si facevano le vasche: c’erano quelli che camminavano a piedi e noi con le auto che facevamo avanti e dietro per farci notare dalle ragazze – ricorda Spizzico – Dopo il doppio senso, negli anni 70 diventò a senso unico dalla stazione fino a corso Vittorio Emanuele. Poi la giunta De Lucia la chiuse al traffico installando le famose vasche con le palme che dovevano essere provvisorie. Ci furono le solite polemiche. E poi quelle palme sono rimaste per 40 anni. Questa prima pedonalizzazione incrementò l’attrazione commerciale e iniziarono anche i nomi, Corazza, Ricordi, Ranieri, Laterza”.
Ma da allora via Sparano è rimasta intoccata fino al restyling del 2017. “Via Sparano è peggiorata, non c’entra la riqualificazione. La riqualificazione ha prodotto un favore alle proprietà immobiliari. E’ peggiorata perché non è più un luogo dove ci si dà appuntamento, è diventato un luogo di passaggio, di viaggiatori, di gang serali che scendono dai treni per andare a Bari Vecchia. Ci sono solo passanti, non ci sono più persone che vivono la strada. Non ha colpa la riqualificazione – conclude Spizzico – c’è stato un cambiamento delle abitudini e dei sistemi urbani. Ora stanno nascendo i bar e i locali destinati al food, nell’ambito di un processo di foodizzazione che sta interessando tutta la città. Il restyling ha nobilitato la strada che era squallida dal punto di vista di arredi urbani, ma non è seguita nello stesso momento una rivitalizzazione sociale di questa zona”.