Serve tolleranza zero sulle frodi che mettono a rischio lo sviluppo del settore da primato dopo una stagione complessa dal punto di vista meteo che, fra maltempo e ondate di calore, oltre ad un grave attacco di peronospora, hanno tagliato la produzione di vino in Puglia di oltre il 30%. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento al bilancio delle attività di controllo effettuate nel mese di settembre dai Carabinieri dei Nas che solo in Puglia hanno portato ad individuare e a denunciare cinque stabilimenti vinicoli: tre nella Provincia di Brindisi e due nella Provincia di Taranto, oltre a sei depositi di vini e bevande che operavano in locali caratterizzati da gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali.
Intanto, sono oltre 5 i milioni di ettolitri di vino fermi nelle cantine pugliesi anche per effetto del rallentamento dei flussi verso i grandi canali di commercializzazione europei a causa della guerra in Ucraina e la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, secondo l’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del report Cantina Italia dell’ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole, che stigmatizza un aumento del 25% delle giacenze di vino DOP salite quasi a 1 milione di ettolitri, per cui si chiedono misure specifiche sia di livello regionale, ma anche iniziative di livello nazionale e comunitario, da concordare con l’intera rappresentanza della filiera, dando seguito alla pianificazione e alla regolamentazione di nuovi impianti con scelte varietali coerenti alle vocazioni dei territori e alle potenzialità commerciali, con il via al catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia.
“Bene i controlli stringenti dei NAS, coadiuvati dall’ICQRF, per tutelare il vino di qualità pugliese ed il lavoro degli agricoltori e delle cantine che operano seriamente per far arrivare sulle tavole degli italiani ma anche dei consumatori esteri vini di eccellente qualità”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “servono misure per il riequilibrio del mercato come l’attivazione dello schedario vitivinicolo, quale strumento fondamentale conoscitivo delle produzioni regionali, ma anche strumenti di gestione delle DO/IG quali la riduzione delle rese per ettaro delle produzioni a IGP della nostra Regione, l’eliminazione delle deroghe produttive per i vini comuni sopra le 30 Tn, la valutazione della fattibilità di ipotesi di sospensione della concessione delle autorizzazioni per nuovi impianti, ma anche la necessaria applicazione di una misura di distillazione, per alleggerire le attuali giacenze di magazzino e una possibile verifica di una misura per lo stoccaggio”, insiste il presidente Cavallo. La contrazione dei volumi di vendita – denuncia Coldiretti Puglia – sia sul mercato interno che su quelli esteri, la permanenza di prezzi di commercializzazione dei vini sfusi piuttosto bassi, a fronte del considerevole incremento dei costi di produzione, sta riducendo considerevolmente i margini aziendali, con il serio rischio non solo di mettere in difficoltà le imprese ma di avere una negativa forte ripercussione sui produttori e sulle sorti della campagna vendemmiale in corso. A questo rischio, inoltre, la Puglia è ancora più esposta – aggiunge Coldiretti Puglia – per proprie motivazioni di natura endogena, nella considerazione che questo aumento non regolato della produzione non sia anche il risultato di erronee scelte fatte nel passato e della scarsa capacità di gestione delle dinamiche del sistema vitivinicolo regionale.
Coldiretti Puglia chiede il sostegno ad iniziative commerciali che vadano a stimolare i consumi oggi rallentati ed in estrema ratio l’attivazione della distillazione d’emergenza per soli vini DOP e IGP per liberare le cantine di vino dell’annata precedente, anche attraverso norme di flessibilità per l’OCM, come l’aumento percentuale di contribuzione sulle singole misure, o la possibilità di modifiche strategiche dei progetti anche con varianti al ribasso per la riduzione dei budget inizialmente previsti.