La prima sconfitta stagionale, maturata in quel di Parma, ha generato non pochi malumori tra i tifosi biancorossi. Ma la squadra di Mignani ha la possibilità di riscattarsi tra pochi giorni, affrontando tra le mura amiche, il Como di mister Moreno Longo.
Per trattare i vari temi di questo match, senza tralasciare il momento delicato dei galletti, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Como, vale a dire Francesco “Ciccio” Pedone, attuale tecnico della formazione Under 18 del Sassuolo.
Pedone si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare anche la sua carriera e le sue avventure in Puglia e in riva al lago di Como.
Ciccio Pedone, ormai lei è una garanzia come tecnico dei settori giovanili. Prima la Samp, poi la Juventus, ora il Sassuolo. E’ la sua dimensione?
“Il mio percorso di allenatore è stato opposto rispetto a quello che si fa di solito perchè ho iniziato subito con i grandi facendo il vice tecnico alla Samp e alla Reggina. Poi ho lavorato nel settore giovanile della società blucerchiata e mi è subito piaciuto lavorare con i ragazzi.”
Alla guida della formazione Under 18 del Sassuolo ha conquistato un Torneo di Viareggio e la final four del campionato nazionale, perdendo la semifinale contro i pari età dell’Inter. Quest’anno come sta andando?
“Il primo anno al Sassuolo è stato molto buono con la ciliegina della conquista del Torneo di Viareggio. Ma nei settori giovanili bisogna ripartire da zero ogni anno perchè cambiano i calciatori. Ogni anno è una sfida sempre nuova.”
Il settore giovanile del Sassuolo parla barese con Checco Palmieri responsabile ed Emiliano Bigica (suo ex compagno nel Bari) tecnico della Primavera…
“Ci vediamo quasi tutti i giorni perchè lavoriamo nello stesso centro sportivo e qualche parola in barese viene sempre fuori, così come i ricordi che affiorano nei nostri discorsi. E’ impossibile non pensare al Bari e alle nostre esperienze in biancorosso.”
Dopo 5 anni ha lasciato la Juventus. Come mai questo divorzio?
“Restare cinque anni nel settore giovanile della Juve è quasi un record. Non c’è stata la possibilità di passare in Primavera, così ho deciso d’andar via. Ma non c’è nessun rancore e sono soddisfatto di quanto fatto e dei giovani che hanno lavorato con me come Fagioli e Miretti che ora sono in prima squadra con Allegri.”
Nelle giovanili della Juve c’era anche Gianluca Frabotta, ora al Bari. Quali le qualità e i difetti di questo calciatore? Bari è la piazza giusta per rilanciarsi?
“Non l’ho allenato perchè lui era già in Primavera quando sono arrivato. Riuscì a trovare spazio anche in prima squadra, poi è andato a giocare in prestito e non ha trovato continuità anche per via degli infortuni. Bari può rappresentare senza dubbio la piazza giusta per rilanciarsi.”
Veniamo alla sua carriera da calciatore. Vanta oltre 140 presenze in Serie A e più di 200 in Serie B, oltre a cinque promozioni in massima categoria ottenute con Bari, Venezia, Como e Sampdoria. Specialista in promozioni, un consiglio a Mignani?
“Non c’è una ricetta per vincere il campionato di serie B ma sicuramente ci sono delle dinamiche nel gruppo che determinano l’andamento della squadra sul campo. Se c’è solidità nel gruppo, poi arriva tutto il resto, seguito dei tifosi compresi.”
Domenica si incontreranno Bari e Como. Lei è cresciuto nel settore giovanile lariano e ha vestito la maglia dei lombardi in 117 occasioni realizzando 9 reti. Insomma Como è un pò casa sua…
“Il Como mi ha fatto diventare uomo. Ho iniziato che avevo undici anni e sono arrivato sino in prima squadra. Mi mandarono in prestito a farmi le ossa: giocai a Barletta e a Cento, per poi tornare in riva al lago.”
In quel Como dei primi anni 90, si misero in mostra tanti calciatori che poi si sono affermati ai massimi livelli. Oltre a lei, penso ai vari Zambrotta, Annoni, Sala o De Ascentis…
“In quegli anni il settore giovanile del Como era paragonabile a quello dell’Atalanta dei giorni nostri. E Carlo Regalia sapeva che c’erano dei ragazzi interessanti da poter prelevare e valorizzare.”
E il buon Carlo Regalia pescò anche lei portandola a Bari dov’è rimasto dal 1993 al 1996 raccogliendo 102 presenze e 10 reti. Cosa ha rappresentato per lei la parentesi barese?
“Le gioie sono state maggiori rispetto ai momenti tristi. Quando sono arrivato c’era da ricostruire tutto dopo la retrocessione in B e la stagione poco fortunata con Lazzaroni in panchina. Si costruì un gruppo composto da calciatori esperti e giovani che basava tutto sulla fiducia reciproca. C’era voglia di far bene e tornare in serie A. Il primo anno è stato quello più bello anche perchè riportammo i tifosi allo stadio.”
Le piacerebbe, un giorno, tornare a Bari ad allenare?
“Sarebbe bello perchè a Bari ho lasciato bei ricordi. Ho ancora tanti amici. Chissà…”
E veniamo al Bari dei giorni nostri. Bari reduce dalla prima sconfitta contro il Parma. Che ne pensa della prova dei galletti?
“In questo momento il Bari deve trovare la quadra. Hanno cambiato tanto e perso calciatori che erano titolari e caratterizzavano anche il modo di giocare. Se si pensa troppo all’anno precedente non va bene. Devono tornare al più presto una squadra di sostanza.”
Capitan Di Cesare si è lamentato per la troppa negatività che c’è attorno alla squadra. Lei l’ha mai avvertita nel suo periodo in biancorosso?
“La negatività è data dal momento e sicuramente con la presenza dei social tutto viene amplificato. Ai miei tempi i confronti con i tifosi avvenivano al termine degli allenamenti. La negatività non deve diventare un alibi perchè poi te la porti in campo. La cosa importante è che il gruppo sia compatto e che non vada troppo dietro alle voci: devono andare avanti per la loro strada. Penso al mio primo anno a Bari: nessuno credeva in noi, poi abbiamo portato 40mila tifosi al San Nicola.”
Nel Bari ci sono tanti giovani interessanti tipo Nasti, Frabotta, Faggi o Morachioli, ma anche calciatori esperti. Come valuta la rosa biancorossa?
“Innanzitutto non bisogna fare confronti con chi c’era prima. Nasti non è Cheddira, ma ha delle buone qualità, vede la porta e va supportato da squadra e tifosi. Ma questo vale per tutti i giovani. “
E veniamo alla gara tra Bari e Como. Lombardi che hanno avuto un ottimo avvio di stagione e sono supportati da una proprietà importante come quella degli Hartono, grande rimpianto dei tifosi baresi…
“Como e Bari hanno fatto percorsi diversi in questi anni. Il Como ha una proprietà importante alle spalle ma viene da campionati difficili, mentre il Bari è quasi arrivato in serie A da neopromossa.”
Che partita si aspetta? Chi vede favorito?
“Mi aspetto una partita bloccata perchè il Como viaggia sulle ali dell’entusiasmo e cercherà di far leva sul momento non facile dei biancorossi. Ma può essere un’arma a doppio taglio. Molto dipenderà dall’atteggiamento del Bari: se parte timido, il Como potrà avere la meglio.”