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Referenti e affiliati, così la mafia da Bari è arrivata in Provincia

I dettagli della relazione della Dia

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Dom, 17 Settembre 2023 - 09:23

Fidati referenti e affiliati. Così la mafia barese ha consolidato la sua presenza nella provincia continuando quella spartizione di fazzoletti di città cominciata decenni fa. E’ quanto è emerso dalle pagine della relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia. L’immagine della criminalità metropolitana, quindi, si riflette specularmente nei territori provinciali dove i gruppi mafiosi si caratterizzano per lo stesso dinamismo e le stesse rivalità dei sodalizi cittadini.  Ne sono esempio le vicende che di recente hanno riguardato il Comune di Grumo Appula e quello di Bitonto. Nel primo Comune la contesa per l’egemonia territoriale si è registrata fra la consorteria degli Zonno, collegati al clan Parisi- Palermiti, e la frangia dei Mercante-Diomede  federati ai Capriati. Già in passato l’humus di quel contesto criminale aveva originato scontri armati fra questi gruppi soprattutto per la gestione dello spaccio di stupefacenti. Ne è conferma l’omicidio, consumato il 21 gennaio 2012, di due elementi considerati contigui al clan Zonno per il quale la riapertura delle indagini, a seguito di nuovi elementi investigativi, ha consentito l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di due  appartenenti alla contrapposta consorteria dei Mercante-Diomede, ritenuti gli esecutori materiali del delitto.

Un simile scenario criminale si registra anche nel Comune di Bitonto dove sembrerebbe ancora aperta la conflittualità fra i clan CIPRIANO e CONTE. Il primo, uscito dalla sfera d’influenza degli STRISCIUGLIO, ha consolidato l’alleanza con i PARISI che ne hanno sostenuto le attività illecite contribuendo a rafforzarne il nome e la fama criminale in provincia. Il secondo, invece, rappresenta una propaggine del clan CAPRIATI. Se l’operazione “Market drugs” (21 febbraio 2022) aveva delineato l’egemonia del gruppo CONTE, a scapito dell’avverso sodalizio dei CIPRIANO, l’inchiesta “Porta Robustina”, riferita al semestre di riferimento, ha delineato, invece, le attività criminali riconducibili al sodalizio CIPRIANO “svelando i soggetti che ne fanno parte, individuando i ruoli e i compiti che gli stessi svolgono all’interno della consorteria criminale, risultata, nel suo complesso, ben organizzata e dotata di una rete di fiancheggiatori nonché di un temerario gruppo di fuoco, con disponibilità di armi oltre che di ingenti risorse di denaro”. Le documentate attività criminali del sodalizio rappresenterebbero la risposta alle aggressioni subite dal gruppo rivale dei CONTE “per la contesa della gestione dello spaccio nelle strade del centro storico di Bitonto, dove l’apertura di una piazza di spaccio nella cd. zona del ponte ad opera dei CONTE aveva posto in pericolo il predominio del gruppo di appartenenza dei CIPRIANO”.

Dai riscontri investigativi è emerso come quest’ultima compagine criminale avesse creato la propria roccaforte a Porta Robustina di Bitonto ove i sodali gestivano e controllavano le principali attività inerenti allo spaccio degli stupefacenti nei punti nevralgici del centro storico. Gli approvvigionamenti di droga, soprattutto cocaina, avvenivano tramite un soggetto di Cassano delle Murge (BA) affiliato al clan PARISI di Bari Japigia. Una costola del clan CIPRIANO operava, inoltre, anche nel Comune di Palo del Colle (BA) con una costante presenza di veri e propri “turni di lavoro in modo da coprire quasi tutto l’intero arco della giornata” per evitare che i “clienti potessero rivolgersi a pusher di altre organizzazioni”. È emerso, inoltre, come esponenti del gruppo criminale CIPRIANO frequentassero elementi contigui al clan STRISCIUGLIO, a dimostrazione della “compresenza sul territorio bitontino di consorterie criminali appartenenti a territori diversi, frutto di verosimili alleanze idonee a far nascere nuovi assetti criminali”.

Sempre con riferimento allo spaccio di droga, nel semestre di riferimento sono emersi gli interessi del clan CAPRIATI nel Comune di Turi (BA) ove è stata documentata la spregiudicatezza di un giovane criminale proveniente, per discendenza paterna, dal citato sodalizio di Bari Vecchia e “sebbene non risulti affiliato (dal punto di vista giudiziario) ad alcun clan mafioso, è stato comunque acclarato che ne ha mutuato i metodi, in particolare il controllo del territorio e l’uso della violenza a titolo intimidatorio non solo per affermare la propria supremazia nei confronti di gruppi criminali concorrenti ma anche per imporre l’obbedienza da parte dei propri affiliati”. Questo è quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare che, l’11 luglio 2022, la Guardia di finanza ha eseguito a carico di 12 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti. L’attività investigativa, sviluppo ulteriore dell’operazione “Phoenix” (2020), ha documentato l’operatività di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti il cui organo direttivo si trovava nel capoluogo pugliese, con proiezioni fino al Comune di Turi (BA) ed anche “in diverse cittadine dell’area metropolitana di Bari, in particolare Putignano, Conversano, Noicattaro, Casamassima, Gioia del Colle e Altamura”. Dalle indagini sono altresì emersi approvvigionamenti di droga nel territorio di Rutigliano e taluni legami con fornitori di Andria (BAT). Singolare il ruolo di una donna che, conquistata la fiducia dei capi, assolveva a compiti strategici quali il trasporto di ingenti quantitativi di droga da Bari alle varie località della provincia.

Nell’area di Putignano, l’efficace politica di “colonizzazione” intrapresa già in passato dal clan CAPRIATI risulterebbe mantenuta dal reggente del sodalizio e da un altro soggetto attivo anche nei Comuni di Noci, Turi, Castellana Grotte, Monopoli, Alberobello e Conversano. Proprio con riferimento alla criminalità putignanese, il 3 dicembre 2022 i Carabinieri, a seguito delle indagini avviate dopo il tentato omicidio e il ferimento di 2 pregiudicati occorsi nel giugno 2017, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 8 soggetti, ricollegando il movente dei delitti ai contrasti sorti tra il clan ex LA ROSA, allora egemone a Putignano, ed il gruppo emergente riconducibile ai CAPRIATI.

Sempre i CAPRIATI sembrerebbero poter contare su referenti anche nel territorio del Comune di Triggiano (BA) ove l’articolata indagine conclusa dai Carabinieri il 20 luglio 2022 ha fatto luce sulle dinamiche criminali e sul mandante, affiliato al citato clan, ritenuti alla base del ferimento di un pregiudicato locale eseguito il 12 gennaio 2020 ed inquadrabile “nel contesto di contrasti insorti nell’ambito di un debito contratto dalla vittima per delle forniture di stupefacenti non saldate. Nel citato territorio, oltre ai CAPRIATI, risulterebbero attivi anche i PARISI-PALERMITI per il tramite di taluni sodali ad una famiglia dedita soprattutto al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e all’usura, come confermato dall’operazione conclusa, il 12 settembre 2022 dai Carabinieri, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 6 pregiudicati responsabili, a vario titolo, di usura e di estorsione, aggravate dal metodo mafioso, in danno di un locale imprenditore agricolo.

Nella zona delle Murge e, più precisamente, ad Altamura (BA), la compagine dei PARISI-PALERMITI può contare sui clan D’ABRAMO-SFORZA e LOIUDICE. Il Comune di Noicattaro (BA), nell’hinterland a sud del Capoluogo, già interessato in passato da episodi criminali di particolare virulenza, vedrebbe il ritorno in auge di un esponente di rilievo già affiliato, con un ruolo di vertice, al cd. clan di POGGIOALLEGRO, articolazione periferica del clan PARISI attiva fino agli anni ’90. In quel territorio, l’attività investigativa conclusa dai Carabinieri nel semestre di riferimento ha documentato gravi indizi di colpevolezza a carico di 4 soggetti,  in ordine al tentato omicidio di un incensurato consumato il 5 giugno 2022 con modalità e metodo mafiosi. Gli esiti delle inchieste concluse nel semestre confermerebbero anche le capacità del clan PARISI-PALERMITI di infiltrare il tessuto economico e sociale del capoluogo pugliese, di saper intessere relazioni con professionisti, imprenditori ed amministratori locali capaci di agevolare il perseguimento degli interessi criminali del clan. L’operazione “Valenza”, condotta congiuntamente dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei carabinieri e dalla Guardia di finanza ha documentato, in continuità con il semestre precedente, l’intreccio di interessi tra la c.d. “zona grigia” e la criminalità organizzata. Il procedimento penale è scaturito da due convergenti filoni d’indagine che hanno “consentito di disvelare l’uno l’affermazione di un sodalizio di stampo mafioso insediatosi sul territorio del Comune di Valenzano, l’altro le concrete ricadute ed implicazioni di tale evento sul piano della vita politica-amministrativa della predetta comunità locale, a partire da una delle sue prime e più importanti manifestazioni, vale a dire lo svolgimento delle competenze territoriali”. Il primo filone ha riguardato le attività criminose di un gruppo armato affiliato ai PARISI.

PALERMITI sul conto del quale è emersa, per la prima volta giudizialmente, la connotazione mafiosa, essendo stata accertata “l’esistenza di un organismo ontologicamente distinto rispetto ai pur numerosi reati-fine allo stesso riconducibili, e genericamente ordinato, composto da un discreto numero di consapevoli adepti, con suddivisione di ruoli, e impegnato in un vorticoso giro di affari in svariati campi, dal narcotraffico alle estorsioni sulle slot-machine e finanche all’usura, facente leva sull’autorità e sul carisma di un boss…” forte del bagaglio criminale trasmessogli in eredità da un componente del clan ex STRAMAGLIA. Il successivo sviluppo investigativo ha riguardato, invece, due specifiche vicende di scambio elettorale politico-mafioso riguardanti le elezioni amministrative del Consiglio comunale di Bari e di quelle di Valenzano, entrambe nel novembre 2019. In quest’ultimo Ente locale, già sciolto nel mese di settembre dello stesso anno, “il vertice dell’organizzazione mafiosa oggetto del primo filone investigativo avrebbe assunto l’impegno di procurare voti della malavita a taluni candidati in cambio della promessa di ricevere utilità varie in suo favore (tra cui la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà) e della sua compagine criminale”.

In provincia il clan STRISCIUGLIO sembrerebbe poter contare su validi referenti soprattutto nei Comuni di Bitonto e a Conversano ove alcuni elementi, un tempo fedeli ai PARISI, sembrerebbero transitati tra le fila del cd. clan della luna, come viene anche definito il gruppo riconducibile agli STRISCIUGLIO con riferimento al nomignolo attribuito ad uno dei boss. Nel territorio di Palo del Colle gli STRISCIUGLIO concentrerebbero la loro potenza criminale avvalendosi di un loro referente in grado di contrastare le ingerenze di una contrapposta organizzazione bitontina operante in quell’area nell’ambito degli stupefacenti. A fattor comune, le cosche della provincia sono prevalentemente attive nel traffico di droga con differenti strategie operative e con spiccata capacità di conseguire i propri obiettivi anche con le consorterie albanesi. Permane di rilevante portata il fenomeno dei furti e delle rapine consumati con l’uso di armi in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori. In tale contesto rilevano anche i numerosi furti di mezzi pesanti e da lavoro che spesso vengono impiegati come blocco stradale per perpetrare le azioni delittuose in argomento. Degni di nota, in tutta la provincia, i danneggiamenti nel settore agricolo che, per le modalità e le circostanze, assumono spesso la qualifica di reati spia delle più diffuse attività estorsive.

Sotto il profilo dell’aggressione ai patrimoni criminali, si segnalano in particolare due provvedimenti di sequestro anticipato di beni eseguiti dai Carabinieri, rispettivamente, il 27 ottobre 2022 e il 3 novembre 2022, a carico di due presunti elementi di spicco del clan DELLO RUSSO egemone nel Comune di Terlizzi (BA). Molteplici, infine, i rinvenimenti ed il conseguente sequestro di armi e/o materiale esplodente.

 

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