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Garzya: “Il Bari non può fare la comparsa. La rosa va completata”

Il 'doppio ex' ha raccontato le sue avventure a Bari e Cremona, analizzato il prossimo match e fatto il punto sul calciomercato

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Ven, 25 Agosto 2023 - 17:02

Archiviato il prezioso pareggio ottenuto in nove uomini contro il Palermo, il Bari si prepara ad affrontare un’altra big di questo campionato di serie B: la Cremonese. La società grigiorossa è una delle tre retrocesse dalla serie A e ha allestito un organico di assoluto valore.

Per affrontare i vari temi di questo match e per discutere anche del calciomercato ormai alle battute finali, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Cremonese, vale a dire Gigi Garzya, tra i migliori difensori italiani degli anni 90.

Garzya si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare anche la sua carriera e parlarci dei suoi impegni attuali.

Nei giorni scorsi ci ha lasciati un grande allenatore che ha fatto la storia del calcio italiano. Stiamo parlando di Carlo Mazzone. Lei è stato allenato dal tecnico romano. Quale il suo ricordo?

“Se ho iniziato a giocare in serie A, lo devo a lui. Mi riferisco ai miei primi anni nella massima categoria con la maglia del Lecce: lui era il mio allenatore. Mazzone insegnava calcio e resta tra i più bravi tecnici italiani. Una persona simpaticissima e molto generosa che ti faceva vivere bene persino i ritiri. Nei periodi natalizi era solito fare regali alle mogli e le fidanzate dei calciatori.”

Mazzone, Fascetti, Trapattoni, Mondonico: allenatori dal grande temperamento, ma anche molto preparati tatticamente…

“Se non fossero stati preparati anche tatticamente, non avrebbero raggiunto i risultati che hanno ottenuto. Bisogna chiedere ai calciatori che sono stati allenati da questi tecnici: con loro si entrava in campo sapendo già cosa fare. Adesso guardiamo solo i vari Guardiola o Klopp, ma gli allenatori che ha citato hanno guidato  sia grossi club che squadre provinciali, vincendo sempre e comunque. E le loro squadre giocavano anche bene.”

E veniamo a lei. Nativo di San Cesario, attualmente vive a Lecce. E’ ancora nel mondo del calcio?

“Avevo iniziato un’avventura nella primavera del Lecce come allenatore in seconda, ma è durata poco. Era la soluzione ideale per me, dato che vivo nella città salentina. Ora sono fermo.”

Ma Gigi Garzya è  anche un fenomeno social. Il suo profilo instagram è sempre aggiornato e molto seguito.

“Vi spiego perchè ho deciso di diventare “social” . Mi sono immedesimato nei tifosi che hanno tanta voglia di sapere aneddoti su ex calciatori, determinate partite o campionati. Infatti mi scrivono in tanti e mi fa tanto piacere rispondere. Ho avuto la fortuna di fare uno dei lavori più belli al mondo ed è gratificante per me condividere i miei ricordi con i tifosi. Ma i social sono anche utili per rintracciare tanti ex compagni.”

Veniamo alla sua lunga e prestigiosa carriera da calciatore. Carriera iniziata nelle giovanili del Lecce e terminata sempre in una squadra pugliese, il Taranto. Quale il picco più alto della sua carriera e quale il momento più difficile?

“Sicuramente il periodo nella Roma ha rappresentato l’apice della mia carriera: ho giocato nelle coppe europee insieme a grandi campioni. Per non parlare dell’ambiente e del tifo giallorosso. Ma anche in altre piazze ho vissuto parentesi positive. L’unico momento difficile è stato quello degli ultimi tempi a Bari, ma in quel caso, erano accadute vicende che non c’entravano niente col calcio giocato.”

Lei era un difensore arcigno, in genere utilizzato in marcatura sulle seconde punte. Un ruolo ancora attuale o no?

“Nella serie A odierna ci sono diverse squadre che giocano a 3 o a 5 in difesa e che marcano a uomo. E sembra un qualcosa di strano e anacronistico. Sicuramente vent’anni fa non avremmo visto certe situazioni di gioco, tipo la costruzione dal basso.”

Quello che colpisce, guardando i numeri della sua carriera, è lo scarso feeling col gol. Ne ha realizzati solo due e con la maglia del Lecce.

“Il mio problema era soltanto uno: essendo un marcatore molto veloce, tutti gli allenatori mi lasciavano sempre come ultimo uomo in occasione dei calci piazzati. Per questo avevo pochissime chance di affacciarmi nell’area avversaria. Ma il mio pensiero era un altro: non subire gol, piuttosto che farlo.”

Sabato si incontreranno Cremonese e Bari. Lei ha vestito la maglia grigiorossa dal 1994 al 1996 per un totale di 50 presenze. Che ricordi ha di quell’esperienza? Da chi venne allenato?

“Era la Cremonese di Gigi Simoni  e del vecchio presidente Luzzara. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di giocare sempre in società a conduzione familiare: a Lecce con Jurlano, a Bari con Matarrese, a Reggio Calabria con Foti e a Roma con la famiglia Sensi. Non esistevano fondi o cose del genere.”

Nel Bari ha invece militato dal 1996 al 2000 per un totale di 116 presenze, indossando anche la fascia di capitano. Non male per un calciatore originario di Lecce…

“Non era facile per un leccese come me farsi apprezzare a Bari per via della grande rivalità tra le due piazze. Ma sono stato amato ed apprezzato dai tifosi perchè mi sono sempre comportato da professionista.”

A proposito di calciatori leccesi. Nella scorse settimane ha incontrato l’ex tecnico del Bari, Antonio Conte. E’ pronto per tornare in pista? Avete parlato dell’esperienza di Bari?

“Ogni volta che viene a Lecce ci incontriamo. Mi ha sempre parlato bene di Bari perchè si è trovato benissimo e ha tantissimi amici nel capoluogo pugliese. Lui ha fatto la storia dei biancorossi, vincendo un campionato. E’  consapevole che Bari è stato un trampolino di lancio per la sua carriera.”

E veniamo al Bari dei giorni nostri. Partenza col botto per gli uomini di Mignani che hanno strappato un punto in nove uomini al Palermo…

“Buoni segnali, ma la squadra va completata. Nel primo tempo hanno giocato bene e potevano trovare la via della rete. Nella ripresa,  cosa si poteva chiedere ai ragazzi? Giocare in nove uomini è dura. Non aver perso vuol dire tanto.”

La squadra di Mignani ha perso Menez e Diaw per infortunio e presenta ancora diverse lacune in organico: i tifosi hanno perso la pazienza..

“Il Bari in serie B deve fare un campionato di vertice e puntare alla serie A. Non può essere una comparsa in questo campionato. I tifosi sono insoddisfatti? E quale sarebbe l’alternativa ai De Laurentiis? Non è facile trovare gente disposta ad acquisire il club. E comunque, i risultati sportivi, sono dalla parte dei De Laurentiis. Mi rendo conto però che alcune operazioni col Napoli, possono dare fastidio ai tifosi. Ma bisogna anche capire i vari Caprile e Cheddira che hanno scelto di giocare in serie A, piuttosto che restare a Bari.”

Cosa servirebbe a questo Bari per essere competitivo? Si parla di Aramu e Puscas…

“La rosa va completata. I protagonisti dello scorso anno sono andati tutti via e bisogna sostituirli in maniera adeguata. Poi, ci si è messa anche la sfortuna con l’infortunio di Menèz. A questo Bari serve un bomber.”

Cremonese – Bari: che partita si aspetta? Lombardi favoriti?

“E’ la squadra più forte del campionato, guidata da un tecnico bravo e preparato come Ballardini. Li vedo favoriti perchè hanno operato bene sul mercato oltre ad essere una squadra retrocessa.”

Quali le sue squadre favorite per la promozione in serie A?

“Ci sono squadre più accreditate del Bari, ma è ancora calcio d’agosto. Vedo bene la Sampdoria, il Venezia, lo Spezia e lo stesso Palermo. Poi, come ogni anno, verrà fuori la sorpresa sia nelle zone alte che in bassa classifica.”

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