a tassa sugli extraprofitti alle banche? “Certo che la rifarei, è una iniziativa che ho voluto io”, afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervistata da Corriere, Repubblica e La Stampa, in un colloquio a 360 gradi in cui ha trattato i principali temi dell’attualità politica.
“Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio”, spiega. “Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi cha venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione”.
Meloni comprende le critiche del vicepremier Antonio Tajani (FI) al provvedimento. “Ci può essere sicuramente una questione di metodo” – dice -, “ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo”. “Questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire”. E assicura che il ministro dell’Economia “Giorgetti è stato pienamente coinvolto”.
Cosa è la tassa extraprofitto
La misura viene ora traslata sul mondo bancario con l’intento di combattere il caro-mutui.
* Cosa sono gli extraprofitti – Nel caso delle banche sono calcolati sul margine di interesse, ovvero sulla differenza tra interessi attivi e interessi passivi. Gli interessi attivi sono quelli che la banca incassa come guadagno per aver concesso prestiti o mutui (in linea con i tassi Bce). Gli interessi passivi sono quelli che la banca stessa deve pagare alla clientela, sui conti correnti (oggi quasi a zero) o sui conti deposito. Di fatto gli extraprofitti sono i guadagni che la banca incassa in più con l’aumento dei tassi di interesse.
* Chi paga – Il prelievo viene istituito per il 2023 a seguito del rialzo dei tassi di interesse e “dell’impatto sociale derivante dall’aumento delle rate dei mutui”. Sarà a carico degli intermediari finanziari, ma verranno escluse le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare.
* Aliquota al 40% – L’imposta straordinaria si calcola applicando un’aliquota pari al 40 per cento sul maggior valore del margine di interesse dell’esercizio 2022 che eccede per almeno il 5% il margine del 2021 e tra il margine di interesse relativo al 2023 che eccede in questo caso per almeno il 10% il margine 2021.
* Tetto – L’ammontare dell’imposta straordinaria, in ogni caso, non può essere superiore a una quota pari al 25% del valore del patrimonio netto della banca alla chiusura dell’esercizio 2022.
* Si paga nel 2024 – L’imposta straordinaria va versata entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell’esercizio 2023, in pratica per la maggior parte delle banche entro giugno 2024. La norma precisa che i soggetti che approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio effettuano il versamento entro il mese successivo a quello di approvazione del bilancio. Per i soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare, se il termine scade nel 2023, il versamento è effettuato nel 2024, comunque, entro il 31 gennaio.