“Se una frisella in Puglia arriva a costare 20 euro, come è stato ‘denunciato’ nei giorni scorsi, ma il prezzo è correttamente inserito nel listino non c’è nulla da obiettare, perché il suo consumo è dettato da una scelta libera e consapevole sia del ristoratore sia del cliente. Di certo, nessuno in Puglia rimarrà senza frisella, perché – credetemi – ci sono posti che la offrono a prezzi di gran lunga inferiore. In Puglia l’offerta è varia e adeguata a tutte le tasche e a tutte le possibilità. Diverso, invece, se il turista si trova di fronte ad un’amara sorpresa dopo aver consumato la frisa senza sapere quale fosse il costo.
“Allo stesso modo non è il caro ombrellone che deve assurgere a tormentone dell’estate in Puglia, ma se nelle località marine c’è una idonea dotazione di spiagge libere, accessibili, pulite e non marginalizzate nel contesto della balneabilità.
“Si tratta di capire, insomma, se il turista è ‘obbligato’ al caro frisella o al caro ombrellone o, se al contrario, sceglie come e quanto pagare nella fruizione di beni privati. Diverso è ancora l’accesso ai servizi pubblici legati al turismo. Perché non serve solo che l’Assessorato al Turismo spenda tanti soldi nella promozione della nostra bella Puglia, serve anche un’azione di valutazione dell’idoneità dei piani delle coste dei Comuni, di verifica delle condizioni delle spiagge libere, ammesso che ancora ce ne siano, è di vigilanza sulla trasparenza dei prezzi a listino.
“Non è con la selezione del turismo per ricchi che la Puglia si salverà ma occorre la diversificazione perché le nostre bellezze sono ambite da ricchi e meno ricchi e la nostra Puglia non pu? diventare terra per soli ricchi. Un pericolo per la micro e media economia e per la vita dei pugliesi da scongiurare con immediatezza.” Così il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.
(foto freepik)