Dal 27 luglio al 26 novembre 2023 il Museo archeologico di Santa Scolastica ospita la mostra “Vases” di Gaetano Pesce, promossa dalla Città Metropolitana di Bari, dal Museo di Santa Scolastica, in collaborazione con FAI – Delegazione di Bari, nell’ambito di un progetto a cura di Roberta Giuliani, Claudio e Paolo Grenzi. Per la prima volta in Puglia una mostra inedita celebra il genio creativo di uno dei grandi innovatori del design, delle arti visive e dell’architettura sin dagli anni Settanta, sperimentatore instancabile di forme, concetti, anche sul profilo dei materiali e delle tecniche di lavorazione. Immergersi nel mondo di Gaetano Pesce significa abbandonare completamente ogni tipo di confine linguistico e formale, perché attraverso tutto il suo lavoro è riuscito a scardinare i preconcetti verso gli oggetti e verso il loro utilizzo nella vita di tutti i giorni.
La mostra è un tributo a uno dei grandi maestri del design contemporaneo italiano e internazionale e vedrà anche la pubblicazione di un catalogo concepito in stretta collaborazione con il designer che, a sua volta, ha omaggiato la città di Bari realizzando e regalando al Museo archeologico un’opera inedita, un vaso in resina poliuretanica ricoperto di cuori che recupera la forma della Puglia. L’iniziativa è stata presentata dalla consigliera delegata ai Beni Culturali e Ico Francesca Pietroforte, dal dirigente del Servizio Beni Culturali e Ico Francesco Lombardo e da Roberta Giuliani. I vasi in mostra, tutti prototipi originali mai commercializzati, sono stati concepiti dall’artista in un arco di tempo che va dagli anni ’80 ai giorni nostri, attraverso tecniche sperimentali di lavorazione della resina poliuretanica multicolore. 27 opere, selezionate direttamente da Pesce, che dialogano con l’ampia collezione archeologica di vasi e anfore provenienti dalle raccolte museali di Santa Scolastica, nell’ambito di un silente ed evocativo incontro che genera nuovi flussi di conoscenza in grado di travalicare le cronologie e le geografie.
“Il senso di questa mostra – ha affermato Francesca Pietroforte – è l’oggetto – vaso rappresentato nelle collezioni del Museo archeologico e recuperato da Pesce. La mostra inaugura inedite e inattese prospettive che attraversano gli aspetti legati alla funzione, alla simbologia e alla materia dei “Vases” narrando una storia millenaria che parte dalle antiche ceramiche del nostro Museo e giunge alle sorprendenti cromie delle opere trasparenti del poliedrico artista e designer”.
“Ancora una volta il Museo Archeologico di Santa Scolastica accoglie l’esperienza artistica contemporanea aprendosi ad opere di alto design in un confronto che offre spunti e riflessioni sul rapporto fra classico e anticlassico che non si risolve in un’antitesi ma, al contrario, in uno stimolante scambio dialettico fra manufatti antichi e un nucleo di prototipi originali provenienti dall’atelier di New York di Gaetano Pesce – ha proseguito Roberta Giuliani -.
Come suggerisce Lorenzo Madaro, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di belle arti di Brera (Milano), nel suo contributo critico in catalogo “Tutto il percorso di Gaetano Pesce conferma un’attitudine primaria teorizzata con sistematico impegno proprio da un suo sodale, Germano Celant, secondo il quale oggi l’arte si fa con tutto e ovunque senza confini linguistici e territoriali. La storia di Pesce, sin dai suoi esordi, ribadisce questo assunto, muovendosi con disinvolta leggerezza dal design d’interni a quello del corpo, dalla tridimensionalità allo spazio urbano e monumentale”. È difatti lo stesso Pesce a sostenere: “Penso che il futuro sarà fatto di flessibilità, trasparenza e traslucidità, con buona dose di colori, libertà, tolleranza, apertura mentale e pluralità, adattabilità, elasticità, organicità, lucidità, incoerenza, spontaneità e non omogeneità”.