“La spiegazione del suo comportamento credo di averla ed arrivata a questo punto non mi importa sapere se l’ha presa o se l’hanno messa. Se l’ha fatto lui stesso, è stata una sua decisione. Se glielo hanno messo, voglio solo che la persona che l’ha fatto e quelle che lo sapevano, sappiano che la vera causa della morte di Mateo è il popper”. A scrivere un lungo post è Lola Smon Martin, madre di Mateo Correas, lo studente morto in Puglia durante l’Erasmus.
“Credo che finalmente abbiamo potuto avere una spiegazione coerente a ciò che è potuto accadere quella notte – scrive la mamma – Non era passata nemmeno una settimana quando sento di nuovo Popper e mi dicono che c’era a quella festa. Mi metto a fare ricerche, prima internet e vedo che ci sono effetti che non sono così leggeri come raccontano: perdita di memoria, disorientamento, perdita parziale della vista, vertigini, tachicardia”.
“Questa settimana è venuta un’amica al laboratorio e mi dice: “Sì, Lola, il popper è molto diffuso” e mi racconta la sua esperienza. “Non era passato neanche un minuto da quando l’aveva preso che è crollata: vertigini, vomito, non ricorda come è tornata a casa, né come si è tolta i vestiti. Continuava a dire che voleva andare a casa eppure era già a casa. Fortunatamente era accompagnata da amici fidati – continua il lungo post – Quando sono arrivati a casa nostra, gli amici di Mateo hanno escluso che l’alcol da solo avrebbe potuto fare camminare Mateo sulla strada da solo. Tuttavia, se all’alcol che Mateo aveva nel sangue (rum) aggiungiamo popper abbiamo tutti quei sintomi che vi ho descritto e che coincidono. La spiegazione del suo comportamento credo di averla ed arrivata a questo punto non mi importa sapere se l’ha presa o se l’hanno messa. Se l’ha fatto lui stesso, è stata una sua decisione. Se glielo hanno messo, voglio solo che la persona che l’ha fatto e quelle che lo sapevano, sappiano che la vera causa della morte di Mateo è il popper. Sto ancora aspettando che qualcuno me lo dica. E’ ora che ognuno guardi dentro di sé e ci conviva”.