Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Rosso relativo”
Un ragazzo semplice, con la faccia pulita e una voce intensa, inconfondibile.
Tiziano Ferro fa il suo esordio nel mondo della musica nel 2001 con l’album “Rosso Relativo”, contenente la traccia omonima che avrebbe poi fatto la storia della musica. Sono passati oltre 20 anni dall’uscita del disco ma non ha scadenza, continua a far cantare a squarcia gola il pubblico, continua ad essere ascoltata dai nuovi adolescenti.
“Rosso relativo” vede più di 2 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo e “Xdono” si posiziona come terzo singolo più venduto d’Europa: pubblicato in oltre 42 nazioni, ottiene dischi di platino e d’oro in Italia, Spagna, Svizzera, Francia, Belgio e Turchia.
La rivalsa nei confronti di un passato difficile
Da sconosciuto, da bambino bullizzato, Tiziano Ferro diviene in pochissimo star mondiale.
Una rivalsa nei confronti di un passato non facile. L’adolescenza del cantante è infatti molto difficile; Tiziano è timido, spesso emarginato dai compagni, soffre di bulimia con conseguente sovrappeso “Non ricordo un giorno della mia vita senza le parole brutte. Mi ero abituato, avevo accettato di essere difettato. Avevo imparato che siccome ero troppo sensibile avevo il dovere di stare in questo modo. Non c’era una alternativa”.
È così che il cantautore racconta il momento che precede il suo successo, quel successo che tardava ad arrivare forse perché troppo grasso per gli altri, per andar bene. Così inizia il lungo e faticoso percorso di dimagrimento, ma anche la dipendenza dall’alcool. A 34 anni, Tiziano capisce che l’alcool rappresenta per lui un vero problema, e così decide di affrontare anche questo mostro e di entrare in un gruppo di recupero.
Proprio grazie a questa scelta torna ad amare la vita, a viverla a pieno e ad accettarla tra gioie e euforie ma anche momenti complicati e angoscianti.
Tiziano canta “Nessuno è solo”
“Nessuno è solo” è proprio il titolo dell’album pubblicato dall’artista nel 2006. L’album è inserito nella lista dei 100 migliori album italiani secondo Rolling Stone e si rivela un successo senza precedenti. Dall’album sono estratti i brani che hanno accompagnato tutti nel corso degli anni: “Ti scatterò una foto”, “E fuori è buio”, “Ed ero contentissimo”.
La verità è che effettivamente nessuno si salva da solo, e forse è proprio la musica a salvare Tiziano. È la musica che riesce a convergere tutte le sue energie verso quella che è la sua vera passione, a far valere il suo talento anche oltreoceano.
Nonostante il grandissimo successo, il cantautore, nato a latina, resta umile, profondo, si emoziona e si dedica a temi di grande rilevanza sociale. Tiziano Ferro diventa icona LGBT+ , impegnato tanto nella musica quanto nella lotta per i diritti civili. Nel 2010 il suo coming out pubblico segna infatti l’inizio di una nuova fase della sua vita artistica e personale, in cui cerca di far capire ai più che “L’amore è una cosa semplice”, proprio come canta nel suo singolo pubblicato nel medesimo anno.
La scelta di esporsi pubblicamente nasce dalla volontà di essere di ispirazione per tutti quei giovani che non hanno ancora coraggio, forza o non sanno ancora come affrontare la propria sessualità.
L’ultimo album di Tiziano Ferro, “Il mondo è nostro”
“Il mondo è nostro” è il titolo che Tiziano ha scelto per il suo ultimo album, un album che lo vede non solo in veste di cantante ma anche di cantautore e produttore; parla di successo, paternità, omosessualità, depressione ma anche ipocrisia. Canta la sua vita, ciò che vede, ciò che lo circonda. Il disco inizia con “Io non sono nessuno lo so già da principio e non me lo dimentico” proprio per sottolineare quanto ad oggi talvolta sia poco chiaro che effettivamente non siamo nessuno, che probabilmente crediamo di essere invece tantissimo perché fomentati dai media, dal temporaneo successo, ma il più delle volte ciò che diciamo o facciamo non cambia la vita degli altri.
Tredici canzoni, tredici immagini di vita quotidiana, un racconto a cuore aperto.
Un inno ad apprezzare il mondo, a riappropriarsene senza essere solo vittime degli eventi.
“Quello che abbiamo imparato è che ogni tanto bisogna metterci un po’ di sforzo nella forma di felicità che vogliamo trovare. Non dobbiamo soltanto aspettare che succeda qualcosa. Dobbiamo mettere insieme i pezzi, giocare con le carte che abbiamo in mano. C’è una frase della canzone che riassume un po’ tutto: “Se non puoi dare il massimo, almeno dai il minimo”.
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