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Bari, trasferimento uffici giudiziari: “Tempi incerti, preoccupati”

Gli avvocati rivolgono un appello alle istituzioni: "Siamo preoccupati"

Pubblicato da: redazione | Sab, 10 Giugno 2023 - 09:11
procura bari tribunale

A Bari tempi più lunghi per il trasloco degli uffici giudiziari e per la messa in sicurezza degli stessi. È quanto emerso da una nota della Camera penale di Bari all’interno della quale viene evidenziato che il capoluogo pugliese “si conferma una delle città più tormentate sotto il profilo della gestione degli affari di giustizia, e con particolare riferimento al settore penale”.

“La questione dell’edilizia giudiziaria – proseguono nella nota – manifesta le sue ampie criticità anche quando vengono prospettate e programmate soluzioni, pur temporanee, che avrebbero lo scopo di assecondare le esigenze promananti dagli operatori del settore giustizia, ai fini di una dignitosa gestione degli affari penali ed in attesa della realizzazione di un nuovo e idoneo Palazzo di Giustizia. Con Ordine di servizio del 14 maggio u.s., il Procuratore della Repubblica ha disposto l’avvio delle operazioni di trasloco degli uffici della Procura dal palazzo di via Dioguardi a quello, gemello, sito nella adiacente via Mater Ecclesiae, prevedendo che le operazioni si sarebbero compiute entro il 6 giugno, data fino alla quale l’accesso ai predetti uffici era inibito. Abbiamo preso atto della disponibilità manifestata dal Procuratore della Repubblica rispetto alle esigenze di tutela del diritto di difesa; abbiamo, però, constatato che i tempi previsti per la conclusione delle operazioni di trasloco non potranno essere rispettati, tanto che con successivo Ordine di servizio del 5 giugno 2023, lo stesso Procuratore della Repubblica ha dovuto prorogare l’efficacia del precedente provvedimento inibitorio all’accesso al nuovo palazzo fino al 30 giugno 2023, in ragione delle verificate difficoltà dovute al mancato funzionamento degli ascensori” – hanno evidenziato sottolineando che la circostanza “di per sé” allarmante ha determinato l’esigenza di una verifica sul posto, avvenuta lo scorso 6 giugno.

“Una delegazione della Camera Penale, con l’autorizzazione del Procuratore della Repubblica, ha avuto accesso ai primi quattro piani della seconda torre (oltre non si può andare) – proseguono – si è potuto, così, constatare che siamo al cospetto di un cantiere ancora aperto e tutt’altro che prossimo alla chiusura. Allo stesso modo sono state registrate soluzioni logistiche, architettoniche od organizzative che meriteranno un successivo e più accurato approfondimento. Lo stato dei luoghi, però, fa temere che il temporaneo disagio sofferto principalmente dagli avvocati penalisti e dai loro assistiti, in relazione al blocco delle attività connesse all’avvenuta notifica degli avvisi di conclusione delle indagini e delle richieste di archiviazione, potrebbe sfociare in un vero e proprio pregiudizio, atteso che chi riceve un avviso di conclusione delle indagini o una richiesta di archiviazione ha pieno diritto ad accertarsi nel più breve tempo possibile di quali siano gli atti contenuti nei relativi fascicoli, al fine di esercitare le prerogative difensive che la legge riconosce. In questa seconda Torre verrà trasferita anche la Corte di Assise, nonché l’Ufficio ed il Tribunale di Sorveglianza. L’interlocuzione avuta con il Presidente del Tribunale di Sorveglianza, Dott.ssa Dominioni,  ha alimentato ulteriori preoccupazioni, sia rispetto all’idoneità della struttura, sia rispetto alla sollecitudine del trasferimento, pur fortemente caldeggiata, a quanto pare, dai Dirigenti ministeriali, ed anzi imposta per la metà di settembre p.v” – hanno sottolineato.

Le preoccupazioni emerse non riguardano solo i problemi connessi alla natura della struttura che ospiterà uffici e aule del Tribunale di Sorveglianza, questi ultimi riguardano infatti anche la mancanza di realizzazione, ad oggi, delle celle di sicurezza che, sottolineano ancora nella nota “dovrebbero essere allocate nei piani interrati del palazzo e che dovrebbero consentire, in tutta sicurezza, la traduzione dei detenuti e la loro partecipazione alle udienze”. “Il gravissimo ritardo con il quale si sta procedendo nella realizzazione delle opere di predisposizione delle celle di sicurezza – aggiungono infine – determina una profonda incertezza sull’effettività della tempistica del trasferimento e soprattutto sulla possibilità di celebrare le udienze, nel rispetto del sacrosanto diritto del detenuto a parteciparvi personalmente. Questo rimane e deve rimanere il punto fermo, ineludibile e insopprimibile in ogni questione che riguardi la giustizia penale. La tutela della libertà personale, in ogni forma nella quale essa si esprima, costituisce un irrinunciabile valore di rango costituzionale, rispetto al quale la Camera Penale è e sarà sempre assolutamente intransigente. Ogni problema che riguardi l’organizzazione degli uffici giudiziari, la dislocazione dei servizi o la stessa accessibilità ai luoghi in cui si amministra la Giustizia, si ripercuote inevitabilmente sui diritti dei cittadini. Per questi motivi, la Camera Penale di Bari esprime massima preoccupazione per il dilatarsi dei tempi di esecuzione del trasferimento degli uffici di Procura, Corte di Assise, Ufficio e Tribunale di Sorveglianza” – concludono rivolgendosi infine alle istituzioni, a cui è indirizzata la nota, chiedendo di indicare con certezza i tempi del trasferimento e, in particolare, di rendere effettiva e concreta l’indicazione.

 

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