La Terra ha già superato i limiti di sicurezza per quanto riguarda l’acqua, il clima e le aree naturali. Lo ha annunciato una commissione scientifica internazionale composta da 40 ricercatori provenienti da tutto il mondo che si è occupata, nello specifico, di tracciare i confini oltre i quali il pianeta terra smetterà di essere un ambiente sicuro per tutta l’umanità.
Nell’analisi, per la prima volta, sono inclusi anche parametri come giustizia ed equità, considerati al pari di quelli che valutano il benessere degli ecosistemi dei processi biofisici del pianeta. Secondo quanto emerso dallo studio, pubblicato sulla rivista Nature, i dati non sono confortanti. Molti dei limiti considerati sicuri sono già stati superati e per altri, tra cui quelli relativi a inquinamento atmosferico, non manca molto al raggiungimento della soglia. Si tratta di dati che mettono di fronte a un’evidenza: quella di una seria minaccia per la stabilità del pianeta, ma anche per gli ecosistemi e per il contributo che questi ultimi offrono all’umanità.
“La giustizia è una necessità per la vita degli esseri umani sulla Terra: prove schiaccianti mostrano che un approccio giusto ed equo è essenziale per la stabilità planetaria” – ha sottolineato Joyeeta Gupta, uno degli autori dello studio guidato da Johan Rockström, dell’Istituto tedesco di Potsdam – “è quindi necessaria la definizione di obiettivi giusti per prevenire danni significativi e garantire l’accesso alle risorse”. Secondo i ricercatori, che hanno stimato i limiti più sicuri per clima, biodiversità, utilizzo della’acqua e diversi tipi di inquinamento, la maggior parte risultano già violati, soprattutto in luoghi come Medio Oriente, Asia Sud-occidentale ed Europa orientale.
In particolare, il limite climatico valutato come più sicuro, fissato a un grado al di sopra dei livelli di temperatura preindustriale, è stato già superato in quanto sono stati superati l’1,2 gradi oltre la soglia. Ma non solo: con un superamento di almeno il 50/60% si è oltre il livello di aree naturali intatte a livello globale e del 20/25% oltre quello locale. Preoccupa poi l’alterazione del flusso dell’acqua dovuto alle attività umane che, secondo quanto emerso dallo studio, ha raggiunto il 34%, superando il limite fissato al 20%. Anche prelievo di acqua dalle falde acquifere ha sfiorato livelli pericolosi.
“I risultati della nostra analisi sono piuttosto preoccupanti – ha detto infine Rockström – all’interno dei fattori analizzati, diversi confini, su scala globale e locale, sono già stati superati. Questo significa che, a meno che non si verifichi una trasformazione tempestiva, è molto probabile che i punti critici irreversibili e gli impatti diffusi sul benessere umano saranno inevitabili. Evitare questo scenario è fondamentale se vogliamo garantire un futuro sicuro e giusto per le generazioni attuali e future”.
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