E’ stato presentato ufficialmente dal Comune di Bari, il progetto sperimentale che prevede l’attivazione del servizio di assistenza alla balneazione e di accompagnamento in acqua delle persone con disabilità a Torre Quetta. Negli interventi che sono seguiti alla presentazione, gli amministratori hanno sottolineato che Bari, in questo modo, si pone all’avanguardia tra i comuni costieri pugliesi e questi ultimi dovrebbero prendere esempio dall’iniziativa barese. Gianni Romito, presidente dell’associazione HBARI 2003, che dalla sua fondazione si occupa di migliorare la qualità della vita delle persone disabili, presente all’evento, ha colto l’occasione per precisare che l’Ordinanza Regionale emanata dalla Regione Puglia sulla Balneazione, alla cui stesura ha partecipato anch’egli, da anni ha definito l’obbligo, per i comuni costieri di realizzare accessi al mare, possibilmente assistiti, per le persone disabili.
“Bari – spiega Romito – è l’ultima in ordine di tempo a recepire l’Ordinanza e a realizzare un punto di accesso al mare. Questa iniziativa, nel corso della presentazione è stata definita “storica”, ma l’aggettivo storico è da intendere che a Bari non è mai stata realizzato prima del 2022 un simile progetto e non perché sia la prima città ad attuarlo. Solo nel periodo in cui è stato assessore ai lavori pubblici l’onorevole Lacarra fu realizzata, presso la spiaggia di Pane e Pomodoro, una piattaforma dedicata all’accesso al mare delle persone disabili, piattaforma che oggi è diventata un belvedere per chi vuole fermarsi a guardare il mare, ma non più utilizzabile dai disabili e altre piattaforme prendi sole a Torre Quetta. Altro punto dolente è che la zona dedicata ai disabili risulta essere particolarmente disagevole in quanto molto rocciosa e con un fondale sconnesso e pieno di rocce taglienti, tanto da essere evitato dai bagnanti normodotati, figuriamoci se possa andar bene a persone che non avendo la sensibilità negli arti, rischia di ferirsi anche gravemente. Ma la cosa peggiore del progetto – spiega ancora – sta nel fatto che, vi sono degli orari definiti (dalle 9.00 alle 13.00)per usufruire dell’assistenza, e che sarà necessario prenotarsi, creando una spaventosa limitazione alla libertà personale dell’individuo. Immaginate un dialogo tra moglie e marito: “Cara preparati, il 17 agosto tra le 11,15 e le 12.00 sono riuscito a prenotare un accesso al mare!” Vergognoso. Da anni, invece, molti comuni come Campomarino di Maruggio, San Foca ed altri hanno realizzato punti di accesso con assistenza, senza tante limitazioni, usufruendo di fondi Regionali. E’ bari quindi, che deve prendere esempio da tanti altri comuni Pugliesi e non il contrario. Se poi l’iniziativa vuole essere un distintivo da utilizzare in campagna elettorale, i promotori sappiano che associazioni come la nostra, che da almeno 15 anni si battono per rendere, non solo il mare, ma tutto il nostro territorio fruibile dalle persone disabili, sarà sempre in prima linea perché i diritti di tutti vengano rispettati, senza limitazione alcuna”.