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Intervista al ‘doppio ex’ Gregori: “Tiferò Bari. Ricordi bellissimi”

L'ex portiere di Bari e Genoa ha raccontando diversi aneddoti sul suo periodo a Bari e sugli ex compagni Mancini, Neqrouz e Cassano

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 18 Maggio 2023 - 18:32

Genoa – Bari, ultimo atto di questa ‘regular season’ del campionato di B, è anche un intrigante intreccio di calciatori che hanno vestito entrambe le maglie. Sono tantissimi i doppi ex che hanno militato in Puglia e Liguria. Per analizzare i temi del campionato e i cammini di Genoa e Bari in questo torneo cadetto, ci siamo rivolti ad un portiere che ha difeso i pali di ambedue le compagini. Stiamo parlando di Attilio Gregori, estremo difensore tra i più quotati a cavallo tra gli anni 80 e 90. Gregori si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com per raccontare anche la sua carriera e le esperienze a Bari e Genova.

Buongiorno Gregori. Da diversi anni ha intrapreso la carriera di tecnico. Come sta andando e quale squadra sta allenando?

“Alleno dal 2003 tra serie D ed Eccellenza. Nel gennaio dello scorso anno ho avuto un problema al cuore e mi sono dovuto fermare. Ho ricominciato dalla Prima categoria, guidando il Monterotondo, squadra del mio paese natale. Il campionato sta andando bene: mancano tre gare al termine, siamo primi in classifica con un punto di vantaggio sulla seconda.”

Proprio alla guida del Monterotondo è stato protagonista di uno spiacevole episodio, qualche settimana fa…

“In realtà ho subito una cattiveria. Abbiamo giocato una partita a porte chiuse contro il Fiamignano con uno spiegamento di forze dell’ordine impressionante. Si è giocato in un posto sperduto su un campo abbandonato contro una squadra che, in questo campionato, non si è proprio distinta per correttezza: quasi ogni partita l’hanno terminata in inferiorità numerica. E anche la partita contro di noi non ha costituito eccezione, infatti hanno concluso la gara in 8 uomini. Ci hanno insultato e preso a gomitate per tutta partita. A fine gara gli animi si sono scaldati e mi è scappata una frase offensiva nei confronti di un loro calciatore albanese. Sono stato punito con un Daspo di 1 anno perché ritenuto “persona molto pericolosa”. Mi hanno messo sullo stesso livello di un teppista, quando più volte sono stato aggredito in passato. Credo d’essere una persona per bene, non un delinquente, ne tanto meno un razzista.”

Lei è un portiere simbolo degli anni 80 e 90. Quali i suoi principali pregi e difetti nel ruolo?

“Partiamo dai difetti: non essendo molto alto, difettavo nelle uscite. Un altro mio limite era la continuità. Per quanto riguarda i pregi dico: reattività, elasticità e sapevo leggere prima determinate situazioni. E non ero male neanche con i piedi.”

Ha avuto la possibilità di confrontarsi o allenarsi con grandi portieri. Quali i più forti che ha visto all’opera?

“Sicuramente Angelo Peruzzi, per me superiore anche a Buffon. Poi potrei citarne tanti altri: Giovanni Galli, Stefano Tacconi e Gianluca Pagliuca. In quel periodo c’erano tanti grandi portieri.”

E se pensa agli estremi difensori attuali, quale il più forte al mondo? E Donnarumma resta sempre il numero 1 tra gli italiani?

“In Real – City abbiamo visto due tra i più forti al mondo (Courtois ed Ederson ndr). In Italia stiamo scoprendo vari giovani di valore a cominciare da Vicario che credo sia pronto per una big. Anche Montipò del Verona è molto bravo. Ma vanno fatti giocare.”

Nella sua permanenza a Bari ha potuto conoscere e giocare insieme a Franco Mancini. Ci racconta un aneddoto relativo al compianto Franco?

“Franco era il titolare, poi si infortunò alla mano. Era rimasto il solo Indiveri e Fascetti mi chiamò per completare il roster dei portieri. Mi sono trovato benissimo con Franco Mancini. In una stagione parò 2 o 3 rigori di seguito e ci fu il mio zampino in questo perchè studiavo gli avversari per lui: prima di ogni gara gli giravo tutte le informazioni e, a fine partita, mi ringraziava e mi diceva: “Se l’ho parato è stato per merito tuo”. Ma non era così, lui era fortissimo: nel calcio attuale sarebbe stato tra i più forti.”

Ha militato in diverse piazze, levandosi varie soddisfazioni. Verona su tutte. Ma come potremmo dimenticarci la vittoria della Coppa Italia 1985-1986 con la Roma?

“C’erano i mondiali e parecchi calciatori, compreso il portiere titolare Franco Tancredi, partirono. Erano rimasti davvero in pochi: Pruzzo, Cerezo e Graziani. Poi c’erano solo ragazzi della primavera e giocammo dai quarti sino alla finale in queste condizioni d’emergenza. Nonostante tutto riuscimmo a vincere la Coppa Italia. Ho un ricordo bellissimo, avevo 19 anni e mi ritrovai catapultato nello stadio Olimpico davanti a 70mila spettatori: non riuscivo neanche a parlare con i miei compagni di squadra. Ricordo i festeggiamenti col presidente Dino Viola. Grandi emozioni.”

Ha difeso anche i pali della porta del Genoa in ben 92 occasioni dal 1987 al 1990. Che esperienza fu quella in Liguria?
“Il primo anno ci salvammo all’ultima partita. L’anno successivo arrivò Scoglio e facemmo un campionato di vertice salendo in serie A insieme al Bari. Annata strepitosa: 11 gare senza subire reti.”

Nel 1999 giunse a Bari per poi tornarci nel 2002. Approdò in Puglia per fare il secondo, ma le occasioni per mettersi in mostra non mancarono…

“Ho giocato diverse partite con la maglia del Bari: ricordo contro la Salernitana, la Lazio o la Fiorentina, senza dimenticarci quel famoso Bari – Inter, gara vinta grazie alle reti di Enyinnaya e Cassano. Ho dei ricordi bellissimi: la passione dei tifosi biancorossi l’ho riscontrata in poche altre piazze. Lo stanno dimostrando anche quest’anno.”

Nel suo Bari tanti elementi di spessore, ma anche diversi “personaggi” tipo Neqrouz, Cassano e Raphael Chukwu…

“Cassano era come lo vedete adesso, magari con un italiano peggiore (ride). Anzi, non riusciva proprio a parlare in italiano. Ma come calciatore era un fuoriclasse già a 16 anni e Fascetti se ne accorse subito. In allenamento ci faceva impazzire. Avrebbe potuto fare una carriera ben diversa. Ma era un ribelle che voleva sempre fare di testa propria. Ma non è un cattivo ragazzo: ha un cuore grandissimo. Neqrouz era un tipo un pò particolare: c’erano giorni in cui rideva e scherzava ed altri in cui non guardava in faccia a nessuno. Era molto umorale. In campo, quando stava bene, era un grandissimo difensore. Peccato fosse spesso in sovrappeso. Per quanto concerne Chukwu, ebbe un grave problema di salute e lo vidi davvero poco.”

E di mister Fascetti che ricordo conserva?

“Nel mondo del calcio, una persona così leale ed onesta, non l’ho mai incontrata. Una gemma rara. E’ stato un secondo padre per noi e ti diceva sempre le cose in faccia. Era tra i pochi allenatori dell’epoca che non accettava compromessi. Anzi, vi dico di più: è il tecnico col quale ho giocato meno, ma è quello che stimo di più.”

E veniamo alla stretta attualità. Segue il campionato di B? Hanno vinto le più forti?
“Il Genoa ha l’organico più forte, mentre il Frosinone si è dimostrato più continuo. Ma la squadra di Grosso gioca anche il calcio più offensivo.”

Il Bari ha conquistato la terza posizione e si giocherà tutto ai playoff. Che idea si è fatto della squadra di Mignani?

“Non pensavo potessero fare un campionato del genere. Poi li ho visti giocare e ho capito che sono forti in tutti i reparti. Cheddira si è un pò perso ultimamente, ma era partito come una freccia. È una squadra completa in tutti i reparti: complimenti a Polito che l’ha costruita e a Mignani che la sta allenando. Veder giocare il Bari è un piacere. Spero riescano a vincere i playoff e a salire in serie A.”

A proposito di portieri. Che ne pensa di Elia Caprile?

“Mi piace molto. L’ho visto giocare spesso: ha iniziato benissimo e si è mantenuto sugli stessi livelli per tutto il campionato. Ha commesso pochi errori ed è stato spesso determinante. Partiva come riserva ma si è guadagnato il posto da titolare.”

Domani c’è Genoa – Bari. Sfida affascinante ma senza punti pesanti in palio…

“Lo spettacolo sarà sugli spalti più che in campo. Due tifoserie bellissime: anche a Genova si vive di calcio come a Bari. I destini delle due squadre già si conoscono. Magari Mignani farà riposare chi ha giocato di più. Ma nessuna delle due squadre scenderà in campo per perdere. Nessuno vorrà sfigurare.”

Per chi farà il tifo?

“Per il Bari, senza dubbio. Anche se con il Genoa ho giocato molte più partite, mi sono trovato meglio nel capoluogo pugliese. Potrà sembrare strano, ma è così: dico sempre quello che penso.”

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