“Bari non è carente di strutture, al contrario: ci sono tante scuole che potrebbero essere utilizzate per le attività sportive. Il problema è che non vengono aperte, così tante associazioni, ma soprattutto tanti bambini e ragazzi, restano fuori. Un vero peccato in una delle regioni che è, di fatto, la culla di tanti campioni, spesso costretti ad andar via per poter vivere il proprio sogno sportivo”. E’ quanto dichiarato a Borderline24 da Danilo Piscopo, presidente del comitato territoriale Bari-Foggia della Fipav (Federazione italiana pallavolo), che, nelle scorse settimane, in collaborazione con il comitato regionale, ha lanciato un grido d’allarme.
Obiettivo, fare in modo che vengano riaperte le palestre scolastiche, o, per lo meno, ha sottolineato Piscopo “che venga rispettato l’obbligo per il quale i presidi devono comunicare gli orari delle attività extracurricolari e, qualora non vengano svolte, lascino le porte aperte alle associazioni per effettuare attività sportive”. Non si tratta di una problematica nata dall’oggi al domani. Più volte, nel corso degli anni, diverse associazioni hanno lamentato la carenza di spazio nei propri quartieri, nonostante la presenza di scuole con palestre. Fattore che, negli anni, ha costretto molti a dover limitare i corsi, togliendo così l’opportunità a molti bambini e bambine di praticare attività sportive.
Normalmente, l’80% delle società pallavolistiche (in tutta la Puglia) svolge la propria attività nelle palestre scolastiche. Attualmente però molte di quelle società non hanno più a disposizione gli spazi. Un grido di allarme che arriva, in particolare, da oltre 200 società sportive in quanto a rischio, c’è l’attività di oltre 19mila atlete ed atleti, solo per il mondo del volley. “E’ un vero dramma se si considera che – ha proseguito il presidente del comitato territoriale – veniamo da due anni difficili, in cui tanti hanno abbandonato lo sport e c’è necessità di sensibilizzare all’attività fisica. Non possiamo permette che, la burocrazia lenta e le mancanze delle istituzioni, che non vigilano attentamente e sono poco interessati alla salute delle strutture, vada a gravare su bambini e ragazzi”. Secondo Piscopo, più nello specifico, c’è carenza di “controllori” nel mondo dello sport.
“Le istituzioni dovrebbero riappropriarsi del loro ruolo di vigilanza – ha spiegato – invece più volte siamo noi a dover denunciare situazioni di degrado e abbandono o, di presenza di strutture adeguate che restano chiuse e inattive mentre potrebbero essere vivaio di sport e aggregazione. A Bari e provincia c’è una situazione davvero difficile” – ha sottolineato citando un caso specifico, quello di Casamassima, dove, in una delle strutture, a distanza da quattro anni dalla scadenza di prevenzione degli incendi (scaduta nel 2018), nessuno ha provveduto al rinnovo e “adesso che se ne sono accorti – sottolinea – le associazioni sono rimaste senza palestra in cui svolgere le attività”. Ma Casamassima è solo la punta dell’iceberg, nel Barese – ha aggiunto – “ci sono moltissime strutture in condizioni pietose che vengono utilizzate senza che nessuno faccia nulla di concreto”.
“Qui però – ha aggiunto – ci sarebbe da aprire un altro grande capitolo. Quello che è certo è che non tocca a noi segnalare cose di cui dovrebbe occuparsi chi di competenza, facendo in modo di garantire lo sport a tutti. Adesso però la rabbia è tanta, abbiamo superato il limite. Viste le condizioni di tanti luoghi, una soluzione potrebbe essere proprio quella di riaprire le strutture scolastiche permettendo così alle società di programmare le attività invernali. Spesso le scuole non solo decidono da sole a chi assegnare i propri spazi, ma stabiliscono le loro offerte formative a fine maggio e non comunicano per tempo a città metropolitana e amministrazione le assegnazioni che vengono fatte a settembre/ottobre, periodo in cui ormai è troppo tardi, in quanto la fase di programmazione per l’avvio dei campionati e delle attività avviene prima. Sia chiaro, questa battaglia parte dal mondo della pallavolo, ma non riguarda solo il nostro sport, la pallavolo, ma riguarda tutti” – ha sottolineato.
“Chiediamo agli enti locali – ha detto infine – di fare i controlli, di fare in modo che vengano rispettate le regole, di permettere che le associazioni paghino il giusto per una struttura, ma soprattutto, chiediamo che riaprano le palestre scolastiche, alcune delle quali ancora bloccate come hub vaccinali. Chiediamo che vengano assegnate così come da diritto, che non decidano solo i presidi, ma che ci sia un controllo costante, perché a volte, quando segnali un pavimento marcio, una luce fulminata, una problematica qualsiasi, le istituzioni cadono dalle nubi e questo è sintomo di una sola cosa: non fanno quello che invece, dovrebbero fare, vigilare. Ne è la prova il fatto che, se non fosse stato per la nostra segnalazione, il palestrone di Japigia, non avrebbe avuto il campo da pallavolo. Non era segnato e noi ce ne siamo accorti da un video pubblicato dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, in cui raccontava di uno spazio restituito alla cittadinanza e agli sport. In questi due anni spesso le palestre sono state vuote, si poteva utilizzare quel tempo per fare dei lavori. A pagarne le conseguenze si sa, sono si le associazioni, ma anche e soprattutto i giovani. Attendiamo un incontro, sperando che si risolva presto la situazione” – ha concluso.