Sei sale operatorie, tutte attrezzate e con adeguati spazi di supporto, per garantire massima sicurezza ed efficienza alle attività chirurgiche. E’ il risultato finale dei lavori di adeguamento del Blocco Operatorio dell’Ospedale San Paolo di Bari, inaugurato quest’oggi nella sua configurazione definitiva. L’apertura arriva al termine di un complesso percorso progettuale curato dall’Area Gestione Tecnica e suddiviso in fasi – la prima delle quali ha comportato l’attivazione nel settembre 2020 della nuova area di Emodinamica e delle prime due sale operatorie rinnovate – in modo da garantire la continuità di servizi essenziali in totale sicurezza per l’intero Ospedale, pur in presenza di un cantiere con un importante impatto e anche durante l’emergenza Covid-19. All’inaugurazione sono intervenuti il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese e il direttore generale della ASL Bari, Antonio Sanguedolce, accompagnato da: il direttore sanitario Luigi Rossi, la direttrice medica del presidio, Angela Leaci, il direttore del Dipartimento Anestesia e Rianimazione, Domenico Milella, e il direttore del Dipartimento Cardiovascolare, Pasquale Caldarola.
«Voglio fare i miei complimenti al direttore generale e agli operatori sanitari – ha commentato il presidente Emiliano – che hanno continuato a lavorare incessantemente. Voglio ricordare che questo ospedale ha avuto un ruolo importantissimo anche durante il periodo Covid e i lavori si sono svolti a cavallo della pandemia. Sono stati spesi 5 milioni di euro per i lavori e ora queste sale operatorie potranno dare un ulteriore contributo alla diminuzione delle liste d’attesa che, in Puglia, sono tra le migliori d’Italia. Ringrazio in particolare il dott. Milella e tutta la sua équipe di anestesia e rianimazione, perché i dati di produttività dell’ospedale in materia chirurgica dipendono molto dalla disponibilità degli anestesisti, oltre che dai chirurghi stessi e dall’intero gruppo di lavoro, compreso il personale del comparto, infermieri e operatori socio sanitari senza i quali sarebbe impossibile far funzionare il nostro sistema sanitario. Ringrazio anche l’impresa, che ha realizzato le sale, oggi inaugurate non sulla carta ma già funzionanti. La Puglia, infine, è la prima regione italiana per incremento di produttività del sistema ospedaliero, il che non vuol dire che siamo diventati in cifra assoluta uguali ad altre regioni più avanzate ma abbiamo il progresso annuale più elevato. Meriti che devono essere attribuiti al personale e alle direzioni sanitarie dei presidi, perché senza la loro quotidiana applicazione e dedizione sarebbe impossibile ottenere risultati del genere».
L’opera è stata finanziata complessivamente con 5 milioni di euro, provenienti da fondi concessi dalla Regione Puglia nell’ambito del “Patto per lo sviluppo della Regione Puglia, interventi di adeguamento della rete ospedaliera alle normative antincendio”, (di cui alla delibera di G.R. n. 1903 del 30.11.2016, avente ad oggetto “Programma straordinario di investimenti in sanità – adeguamento antincendio delle strutture sanitarie. Approvazione del programma regionale a valere sulle risorse della delibera CIPE 16/2023”). «Mi fa piacere che l’ospedale San Paolo – ha rimarcato l’assessore Palese – acquisisca questa ulteriore funzionalità e tecnologia di avanguardia. Questo è un ospedale su cui Asl e Regione puntano tantissimo e opera in un contesto di grande efficienza e di alta professionalità degli operatori che dimostrano un grande attaccamento al sistema sanitario regionale». «Con questo importante investimento regionale – ha sottolineato Sanguedolce – la ASL Bari realizza un progetto che ha l’ambizione di offrire un servizio sicuro, efficiente ed efficace in rapporto ai nuovi bisogni di salute e, al contempo, capace di soddisfare i bisogni futuri della comunità assistita. Nel 2022 il San Paolo, nonostante un cantiere aperto nel cuore dell’Ospedale, è stato comunque in grado di garantire quasi 3.600 interventi chirurgici, con un volume di attività, in termini di DRG, passato da 9 milioni del 2019, prima della pandemia, a quasi 11 milioni nel 2022, in linea con l’aumento pari al 20% di tutte le prestazioni chirurgiche degli ospedali ASL, il cui valore da circa 69 milioni del periodo pre Covid è cresciuto fino a superare gli 82 milioni».
I lavori sono partiti ad aprile 2019 e si sono sviluppati in due fasi: nella prima fase- conclusa ad ottobre 2020 – sono state realizzate due sale di Emodinamica e due sale dedicate all’ortopedia. Quando sono riprese a regime le attività chirurgiche, è iniziata la seconda fase del cantiere, a luglio 2021 con i lavori che hanno interessato altre quattro sale operatorie terminate a dicembre 2022 ed entrate nella operatività a febbraio di quest’anno. Uno sforzo enorme – ha aggiunto Leaci – «che non sarebbe stato possibile senza l’impegno, il lavoro e l’attaccamento al proprio Ospedale da parte di tutti gli operatori sanitari, che è doveroso ringraziare uno ad uno. Ristrutturare completamente il blocco operatorio, affrontando contemporaneamente la pandemia e la riconversione in Covid Hospital, è un’operazione tecnicamente complessa e complicata da gestire nella pratica quotidiana, in considerazione del fatto che l’Ospedale ha continuato a garantire un’adeguata assistenza sanitaria senza mai fermarsi. Anche per questo un particolare ringraziamento va agli anestesisti, i quali con perizia tecnica ed impegno personale hanno saputo traghettare la fase più difficile dei lavori che ha comportato la chiusura contemporanea di ben 4 sale operatorie».
Il Blocco Operatorio, situato al primo dei due piani in cui è allocato anche il Dipartimento di Emergenza Urgenza, ha subito diversi interventi: il rifacimento di tutti i rivestimenti delle pareti e dei pavimenti, il rifacimento dei controsoffitti; la realizzazione dei nuovi impianti di condizionamento, elettrico, illuminante (con moderni impianti a led a basso consumo), impianto idrico, antincendio, di allarme e dei gas medicali; l’installazione di nuove porte interne e nuovi infissi esterni; la realizzazione di ambienti adeguati (aree filtro, sosta e preparazione, spogliatoi, servizi igienici, percorsi pulito/sporco) e l’installazione di attrezzature e servizi per le nuove sale operatorie (sale strumenti sterili, sale preparazione e attrezzature ortopedia, sala centralizzata di sterilizzazione, sala risveglio e monitoraggio ecc.) e per il Servizio di Emodinamica, dotato di due angiografi di ultima generazione. «Rispetto alla situazione pregressa – ha detto Domenico Milella, direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione – il numero aumentato di sale operatorie all’interno dell’ospedale garantirà maggiore sicurezza per tutti i pazienti chirurgici, oltre ad un incremento di interventi, assicurato anche dalle recenti assunzioni di anestesisti eseguite dalla direzione per rafforzare gli organici dei presidi ospedalieri, compreso il San Paolo».
Rilevante, inoltre, la realizzazione ex novo della “Lounge Room”, annessa al servizio di Emodinamica. Si tratta di una struttura di nuova concezione dedicata all’accoglienza, preparazione e monitoraggio dei pazienti destinati ad interventi programmati, eseguibili in unica giornata e senza ricovero in reparto, e in grado di rendere, contestualmente, più confortevole il tempo di attesa e di incrementare sia la sicurezza sia la privacy dei pazienti stessi. «La Lounge Room si ispira ad un modello organizzativo ospedaliero olandese – ha spiegato Pasquale Caldarola, direttore del Dipartimento Cardiovascolare della ASL – per cui alcune procedure cardiologiche con ricovero programmato – che non hanno carattere di urgenza – possono essere gestite in giornata, con il vantaggio per i pazienti di evitare una lunga permanenza in reparto e per gli operatori di garantire un maggior turn over». Accedono a questa nuova area della Cardiologia del San Paolo i pazienti che si sottopongono a coronarografie diagnostiche che non richiedono intervento di angioplastica, procedure di cardiostimolazione, impianto o sostituzione di pacemaker e/o defibrillatore che possono rientrare facilmente al proprio domicilio. Grande attenzione è stata riservata alla umanizzazione e cura degli ambienti, con tv, divani, letti e poltrone, oltre che spogliatoi, in modo tale da assicurare una accoglienza confortevole per i pazienti con cardiopatie.