A seguito di segnalazione telefonica, la scorsa mattina, personale del Settore Polizia Giudiziaria – ecologia del Corpo di Polizia Locale di Bari ha ispezionato un’impresa artigiana, attiva nella gestione di abrasivi, mastici e levigatura su pietre.
Al titolare dell’azienda che risultava avere rilevanti potenziali impatti sulla produzione di rifiuti pericolosi e speciali, è stata chiesta l’esibizione, tra gli altri documenti, del registro di carico e scarico dei rifiuti. Dalla consultazione dello stesso registro è emerso il mancato aggiornamento, con l’ultima annotazione risalente a novembre 2021.
Dalla successiva ispezione dei luoghi, effettuata dagli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria del Comando di Via Aquilino, è emerso che all’interno di un locale di circa 300 mq erano presenti rifiuti speciali e rifiuti pericolosi e non; nello specifico, è stata accertato che erano stati accatastati alla rinfusa bidoni metallici e in plastica contenenti residui di sostanze chimiche e diluenti utilizzati per la produzione di abrasivi e la levigazione di pavimenti. In un cortile attiguo sono state scoperte due cisterne, occultate da griglie metalliche, colme di materiale fangoso, che si è proceduto a far analizzare da personale dell’ARPA Puglia.
Ravvisandosi gli estremi per la contestazione dell’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti, previsto dall’art. 192 del D.lgs. 152/06, Testo UnicoAmbientale, due persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria, in concorso tra loro, per il reato previsto all’art. 256 comma 2, che sanziona con la pena dell’arresto da 3 mesi a 2 anni o con l’ammenda da 2.600,00 a 26.000,00 euro i titolari di imprese che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti pericolosi.
Si è proceduto al contestuale sequestro dei rifiuti, provvedendo alla delimitazione delle aree interessate.