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Bari, nel carcere uno sportello per i servizi anagrafici: “Garantiamo diritti e pari opportunità ai detenuti”

Pubblicato da: redazione | Mar, 7 Febbraio 2023 - 18:34

Uno sportello per i servizi anagrafici nel carcere di Bari. Questa mattina il vicesindaco e assessore ai servizi demografici Eugenio Di Sciascio ha partecipato all’avvio delle attività dello sportello dei Servizi anagrafici all’interno della Casa circondariale di Bari, disciplinato dalla convezione siglata tra il Comune di Barie la Casa circondariale rappresentata dalla direttrice dottoressa Valeria Pirè, che aveva tra gli obiettivi quello di favorire l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile delle persone private della libertà personale.

Da una precedente disamina delle esigenze della popolazione detenuta condotta dalla direzione dell’Istituto è emersa infatti la necessità di assicurare un’adeguata e tempestiva fruizione dei servizi comunali di anagrafe e di stato civile in favore dei soggetti destinatari di misure restrittive della libertà individuale, con particolare riferimento ai servizi anagrafici (emissione di certificati, rilascio autentiche di firme su dichiarazioni sostitutive, emissione di carte di identità) e ai servizi di stato civile (celebrazione di riti civili, dichiarazioni di nascita, riconoscimento di paternità). Esigenze, queste, accolte dall’amministrazione comunale che ha risposto alla richiesta dell’Istituto penitenziario di realizzare uno sportello demografico dedicato ai detenuti all’interno della sede dell’Istituto stesso, con aperture a cadenza periodica da destinare in via esclusiva allo svolgimento delle funzioni istituzionali di anagrafe e di stato civile in favore dei detenuti.

Nello specifico il Comune garantirà l’espletamento dei seguenti servizi anagrafici e di stato civile: rilascio certificazione anagrafica e di stato civile; autentiche di firme su dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà; rilascio carte di identità elettroniche; iscrizione e/o cancellazioni anagrafiche; celebrazioni di riti civili; dichiarazioni di nascita; riconoscimento di paternità. Più nel dettaglio, lo sportello si compone di: una postazione ministeriale per l’emissione delle carte di identità elettroniche e una postazione di lavoro, di proprietà comunale, per l’erogazione di tutti gli altri servizi. Entrambe saranno collegate alla rete comunale per l’accesso al Sistema gestionale comunale e alla banca dati anagrafica, con un sistema di connettività mobile, attraverso l’utilizzo di una Sim dati fornita dal Comune. L’Istituto penitenziario, dal canto suo, metterà a disposizione del Comune un ufficio da destinare, in via esclusiva, allo svolgimento delle funzioni istituzionali di anagrafe e di stato civile nei giorni concordati. Lo sportello demografico sarà attivo ogni due mesi, il primo martedì del mese, dalle ore 9 alle 13, fatti salvi i casi di urgenza, con la presenza di un ufficiale di anagrafe / stato civile, incaricato dalla direzione della ripartizione Servizi demografici, elettorali e statistici, che accederà alla struttura penitenziaria munito di  preventiva autorizzazione. Nel caso non vi fossero richieste da parte dei detenuti, sarà cura dell’Istituto penitenziario inviare al Comune, di volta in volta, formale comunicazione, a mezzo posta elettronica, nei quattro giorni precedenti il primo martedì del mese, rinviando al mese successivo dell’apertura dello sportello demografico, al fine di contenere i costi e razionalizzare la gestione del servizio stesso.

Per il rilascio di carta di identità elettronica e di certificazione anagrafica con bollo, ove dovuto, l’Istituto dovrà preventivamente trasmettere, a mezzo mail, le generalità del richiedente al Comune, affinché questi provveda a generare un “avviso di pagamento” che, a sua volta, verrà trasmesso all’Istituto, a mezzo mail, per consentire al richiedente di eseguire il pagamento; sarà cura dell’Istituto consegnare la relativa ricevuta di pagamento all’ufficiale del Comune nel giorno stabilito per l’apertura dello sportello.

“L’apertura dello sportello anagrafe nel carcere di Bari è il frutto di un lavoro congiunto e non banale tra amministrazioni, per cui ringrazio sia la direttrice Valeria Piré, sia la responsabile della ripartizione comunale Rosalba Cirillo e i suoi funzionari, che hanno voluto partecipare insieme a noi a questa sfida – dichiara Eugenio Di Sciascio – le persone private della libertà continuano ad avere dei diritti e il nostro obiettivo è stato consentire che almeno in questo ambito, questi potessero essere fruiti in pratica e non solo in teoria, penso in particolare al riconoscimento di figli o al semplice rilascio di un certificato o di una carta d’identità. L’avvio dello sportello rappresenta inoltre un modo sinergico di collaborare tra istituzioni che porta anche a maggiore efficienza e risparmio di tempo e risorse. In ultimo, desidero ringraziare il Garante regionale dei diritti dei detenuti Piero Rossi che ha seguito tutta la procedura e ha stimolato le amministrazioni affinché si raggiungesse questo obiettivo” – conclude. Alle sue parole fanno eco quelle della direttrice dell’Istituto, Valeria Pirè.

“Questo risultato ci riempie di gioia, perché è indicatore di un’attenzione da parte del Comune non solo per i detenuti, ma per tutto il mondo penitenziario, che è parte della città e ne rappresenta le criticità e il disagio – commenta la direttrice dell’Istituto Valeria Pirè -. Finalmente gli sforzi del Comune e della Casa circondariale di Bari hanno condotto al risultato concreto e tangibile di questo dialogo e di questa presa in carico della società esterna”.

“Oggi ho avuto modo di salutare e ringraziare i funzionari del Comune che, contestualmente all’avvio dell’appena allestito sportello, hanno già cominciato ad erogare i primi servizi, con le pratiche per il rilascio di quattro carte di identità – conclude il Garante dei diritti dei detenuti Piero Rossi -. Naturalmente si è trattato di un gesto simbolico, di benvenuto e di presa d’atto che il servizio ha un significato importantissimo per gli utenti ma anche per la città e per l’amministrazione penitenziaria. I detenuti spesso vivono una condizione di isolamento che esorbita quanto spetta loro nel corso della espiazione della pena. Questo è uno di quei giorni in cui una comunità si ricompatta, recuperando l’orgoglio di occuparsi dei propri cittadini più marginalizzati. Ora occorrerà “esportare” questo modello in tutto il territorio regionale. Per intanto, rivolgo il mio ringraziamento all’amministrazione comunale, nella persona del vice sindaco Eugenio Di Sciascio che è stato il maggior artefice, insieme alla direttrice del carcere di Bari, Valeria Pirè, di questo risultato che possiamo definire storico, a giusta ragione”.

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