Siamo alla vigilia di un nuovo crollo delle temperature a causa di un altro impulso gelido di Attila, sciabolata polare-artica che provocherà anche il rischio di giornate di ghiaccio su parte dell’Italia. Nelle prossime 24/48 ore – secondo il meteo.it – l’approfondimento di un vortice ciclonico al Sud richiamerà masse d’aria fredda con conseguenze soprattutto sulle regioni meridionali sul versante centrale adriatico, settori dove i valori massimi si manterranno piuttosto freddini, acuiti anche da una forte instabilità atmosferica che non permetterà al sole di addolcire il clima.
La configurazione barica attesa nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27Sul resto del Paese, invece, non ci saranno particolari novità sul fronte termico, specie durante il giorno, mentre di notte inizierà a fare piuttosto freddo, specie al Nord, per via delle più ampie aree di sereno che favoriranno la dispersione del calore immagazzinato durante le ore diurne verso la libera atmosfera. I termometri si raffredderanno dunque rapidamente e potranno scendere anche sotto la soglia dello zero su molti tratti della Valle Padana.
Ma la nostra attenzione si concentra su quanto accadrà tra venerdì 27 e sabato 28 quando la sciabolata polare-artica Attila invierà un nuovo e gelido impulso di aria freddissima verso l’Italia, pronto a provocare un ulteriore calo termico, da Nord a Sud. A causa anche delle reiterate condizioni meteo capricciose le temperature massime su alcune aree del Centro e del Sud potranno rimanere ferme intorno allo zero, anche in città come L’Aquila, Campobasso e Potenza. Anche al Nord e nelle zone interne del Centro ci sarà il rischio di giornate di ghiaccio: attenzione soprattutto al Piemonte e a parte della Lombardia, dove il freddo potrà essere acuito dalla presenza della nebbia che potrebbe persistere anche durante le ore centrali del giorno, inibendo l’irraggiamento solare.
Sul resto del Nord e nei settori più interni del Centro, il grande freddo si avvertirà ancora una volta specialmente di notte quando su molte aree della pianura Padana e nelle valli più interne di Toscana e Umbria le colonnine di mercurio potranno crollare anche di alcuni gradi sotto la soglia del gelo.