“Dopo anni di Covid, deprimente e avvilente dal mio pneumologo son tornato velocemente. Quando mi ha visto e visitato celermente, non ha esitato ed ha dichiarato che in ospedale sarei tornato. Così, con in mano l’esito del tampone negativo mi son presentato in modo giulivo e distensivo. Al “M. Sarcone” di Terlizzi sono stato ospitato e prontamente, dai Sanitari subito curato; nell’Ospedale indicato con gioia son tornato”. Sono le parole, “a suon di rime” di un paziente curato nell’ospedale pugliese che ha voluto raccontare la sua esperienza nel reparto di Riabilitazione Respiratoria dell’ospedale, in seguito a ricovero.
Un racconto in stile filastrocca che ha l’obiettivo di ringraziare l’operato dei medici, ma anche di raccontare una realtà positiva in termini di sanità che, secondo lo stesso cittadino, dovrebbe essere maggiormente presa in considerazione dalle istituzioni. Dopo la filastrocca infatti, al messaggio ha allegato anche una lettera indirizzata tra gli altri al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’assessore alla Sanità, Rocco Palee, ma anche al Ministero della Salute – Roma, chiedendo “che possano sempre migliorare questa struttura ospedaliera, con nuovi strumenti tecnologici di nuova generazione, più utili per poter ulteriormente salvaguardare la salute di noi pazienti”.
“Medici ed infermieri preparati li ho trovati ben aggiornati – ha raccontato nella filastrocca dedicata alla sua degenza – nella stanza mi hanno accompagnato e sul letto mi son adagiato. Entrato in stanza, ecco l’OSS che si affretta a più non poss…! Anche gli ausiliari son preziosi, usano il mappino e non sono ambiziosi; nel loro lavoro sono meticolosi e la sporcizia spazzan via minacciosi. L’infermiera con l’ago già pronta, sul braccio ha lasciato l’impronta. L’infermiere di rosso vestito mi ha notato alquanto dimagrito. Il Caposala sempre in movimento mi ha accolto in un momento, nella sua stanza, di fronte alla mia vigila e coordina il tutto con ironia: ha compiti di supervisione nell’attuale organizzazione. Le Dottoresse mi hanno visitato e la diagnosi hanno confermato: bronchi e bronchìoli da espettorare e nel vasetto i muchi da analizzare. In palestra, dei Terapisti ho incontrato e la salute ho riacquistato. Fisioterapisti con la divisa blu io, da ora, non li scorderò più!!! Tutti mi accolgono con gioia ed allora non ho più noia! A respirare mi hanno rieducato, con l’espansione, il respiro è accelerato” – ha detto ancora.
“La fisioterapista – ha continuato – procede con la spirometria e a casa mi consiglia l’autoterapia. Dopo urla e grida d’incoraggiamento riprendo fiato senza esalamento e il mio petto si gonfia in un sol momento! Respira normale, sussurra all’orecchio: i miei polmoni si gonfiano parecchio! E’ già l’ora del desinare, rientro in stanza per assaporare primo, secondo e contorno, pane e posate sigillate, tutto intorno. Con camice bianco e bandana in testa, l’Addetta alla dispensa soddisfa ogni richiesta. Nella stanza, il mio compagno d’avventura mi ha incoraggiato ha non aver paura; di caffè, esperto assaggiatore mi ha erudito come informatore. E che dire dell’illustre primario, sempre al lavoro, è abitudinario! Ogni operatore Sanitario è meraviglioso, del suo lavoro sono orgoglioso! I pazienti curano con amore donando loro il buonumore. Mi hanno seguito ed assistito, con grande affetto e professionalità spronandomi con squisita sensibilità. Il mio ciclo finisce qui con nostalgia, vi penserò ogni dì. La salute ho riacquistato e voi tutti ho salutato. A voi tutti grazie infinite per le cure assai gradite, le medicine son diminuite e le mie cellule irrobustite. Ritorno a casa in forma smagliante grazie a voi, il mio fisico è affascinante” – ha concluso.
Il paziente, va sottolineato, è tornato in ospedale dopo diversi mesi dal suo primo ricovero per sottoporsi a un nuovo ciclo di riabilitazione respiratoria. Un’esperienza, quella del ricovero che, ha voluto aggiungere nella lettera indirizzata alle istituzioni “per molti è un evento malinconico, ma qui è diventata gradevole sia per il trattamento medico farmacologico, ma soprattutto, per il piacere di rivedere medici, infermieri/e, Fisioterapisti/e, OSS ed Operatori tutti, che, come sempre e verso tutti, accolgono i degenti con empatia e gioiosità” – ha sottolineato ringraziando l’ospedale e il reparto.
“Anche oggi, come nel passato – ha scritto infine specificando ogni aspetto della sua degenza, dai medici, al cibo, sino alle cure effettuate – riconfermo il mio grazie per il lavoro che svolgono tutti con serietà professionale e dedizione, con interventi mirati a soddisfare i bisogni di noi pazienti. Rapporto che permette la nascita di un clima di fiducia, di rispetto, necessario al malato per sentirsi come a casa propria. Ogni Operatore Sanitario svolge con dedizione, passione, professionalità e competenze il proprio lavoro. Essi instaurano un rapporto solidale con i pazienti, infondendo calma e tranquillità. Sembra quasi un’alleanza terapeutica, indispensabile sia ai fini del superamento della malattia che al recupero dell’equilibrio psico-fisico del paziente. Una mia amica, qui ricoverata, li ha definiti “operatori dotati di ali e aureole”, ed è vero! Anche tra gli stessi pazienti intercorrono scambi relazionali di dialogo e di personali esperienze mediche. Questo spiega anche l’aspetto umano e fraterno, nel pieno rispetto dei ruoli, che aleggia nel reparto Sicuramente il merito è soprattutto del Primario di Reparto, che merita un encomio particolare insieme a tutta la sua eccellente equipe medica. Grazie a tutti per le continue cure ricevute e per i progressi conquistati. Grazie per il lavoro che svolgete quotidianamente con zelo. Ed infine, un invito ai nostri politici: presidente della Regione, assessore alla Sanità, al direttore ASL/Bari, che possano sempre migliorare questa struttura ospedaliera, con nuovi strumenti tecnologici di nuova generazione, più utili per poter ulteriormente salvaguardare la salute di noi pazienti” – ha concluso.
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