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Bari, illustratori di tutto il mondo contro la violenza di genere: torna “Femme Battue”

Pubblicato da: redazione | Ven, 9 Dicembre 2022 - 10:00

Quindici vignette per raccontare le diverse declinazioni della violenza: domestica, sessuale, mutilazioni genitali femminili, stalking, economica, ecc. Dopo aver acceso un faro sulla situazione delle donne in Afghanistan, il focus di questa edizione del calendario riguarda l’Iran, dove coraggiosamente si scende in piazza al grido di “Donna, Vita, Libertà”, e l’Ucraina da dove partono in cerca di salvezza migliaia di donne con i loro figli.

L’attenzione è sempre rivolta alle tante declinazioni della violenza di genere. A renderla concreta è, per il terzo anno consecutivo, la matita dei vignettisti e delle vignettiste – tredici tra uomini e donne per questa nuova versione del calendario “Femme Battue” – che ancora una volta hanno donato i loro lavori per raccogliere fondi a favore di donne sole e/o con bambine e bambini, vittime di uomini violenti, Torna dunque “Femme Battue”, il calendario dell’associazione G.I.R.A.F.F.A. Onlus (Gruppo Indagine Resistenza Alla Follia Femminile) realizzato in collaborazione con il Centro LIBREXPRESSION/LIBEX, il Centro Euro-Mediterraneo della Fondazione Giuseppe di Vagno (1889-1921) diretto dall’economista francese Thierry Vissol, centro che si occupa della promozione della libertà di espressione e di satira politica.

“Femme Battue 2023” racconta in modo duro e senza compromessi quello che la vita riserva alle donne che ogni giorno sono costrette a reinventarsi per sopravvivere e per andare avanti, alle donne che lottano per se stesse e per le altre, alle donne che cercano di
fuggire da una situazione che distrugge anche il futuro dei loro figli e delle loro figlie, alle donne che hanno bisogno di rendersi indipendenti economicamente per iniziare a progettare una vita diversa.

Un calendario divulgativo e unico nel suo genere, fortemente voluto dall’associazione GIRAFFA Onlus (che fa parte della rete REAMA di Fondazione Pangea Onlus e partecipa al progetto REAMA Reloaded, co-finanziato dall’Unione Europea per 9 centri antiviolenza dislocati in 8 differenti regioni del Centro-Sud Italia. Prevede diverse azioni per potenziare l’efficacia dei percorsi di uscita dalla violenza ma anche per la prevenzione, formazione, sensibilizzazione e raccolta dati) formata da donne che si occupano di altre donne vittime di violenza nelle diverse declinazioni, insieme con il centro antiviolenza dedicato a “Paola Labriola”, una casa rifugio denominata “Casa dei diritti delle donne” e la casa in semiautonomia V.i.t.A. (Vola in piena autonomia).

La vendita del calendario servirà a sostenere le donne nella ricerca di una casa e nel pagamento dei canoni di affitto iniziali, per permettere loro di trovare un lavoro e rendersi indipendenti. Soprattutto per questo, G.I.R.A.F.F.A. onlus ha lanciato il progetto “Adotta un calendario” rivolto a tutte le aziende che ne faranno richieste. Con la terza edizione del calendario, con questo focus particolare diretto alle donne iraniane per l’affermazione dei loro diritti – ha sostenuto la presidente di GIRAFFA, Maria Pia Vigilante – abbiamo deciso di lanciare il progetto “Adotta un calendario” e di rivolgerci anche alle aziende che possono aiutarci a rimpinguare il fondo dell’empowerment e aiutare le donne che si rivolgono alla nostra associazione a raggiungere l’autonomia economica e abitativa anche guidandole verso l’inserimento socio lavorativo. Ci teniamo a garantire loro soprattutto l’autonomia abitativa, reperire appartamenti e aiutarle a pagare i primi canoni di locazione vista la carenza di appartamenti disponibili e l’elevato costo degli affitti. Un modo per permettere alle donne da sole o con i figli di ricominciare in serenità la propria vita lontana dalle violenze>>.<< Sono infinite le violenze che le donne subiscono ogni giorno, sin dalla loro nascita – ha dichiarato Daniela Mazzucca, presidente della Fondazione Di Vagno –

È un caleidoscopio di soprusi, dalla scuola al lavoro, dalla famiglia alla salute, persino dalla moda, da chi vuole imporre un modello di donna affusolata e perfetta. Dobbiamo pensare a reagire con un gesto o una parola, tendendo la mano ogni giorno a quelle donne che non riescono a lottare. Un modo per aiutarle è collaborare alla realizzazione di questo calendario che racconta di donne che giornalmente vivono battaglie per vivere secondo i propri desideri, seguendo la musica, la danza, l’arte o semplicemente la voglia di camminare con i capelli sciolti, scossi dal vento. Quegli stessi capelli che le donne iraniane hanno tagliato per
solidarietà a Masha Amini, la 22enne morta mentre tentava di sfuggire al controllo patriarcale sul suo corpo e sulla sua anima.

Anche quest’anno i vignettisti del Centro Librexpression-Fondazione Di Vagno hanno risposto all’invito dell’associazione G.I.R.A.F.F.A. onlus e si sono mobilitati per denunciare questa piaga che sta affliggendo l’umanità, con un’attenzione particolare a tre Paesi dove questa violenza è al suo apice: Ucraina, Iran e Afghanistan. Secondo l’ultimo rapporto delle Nazione Unite sul femminicidio (UN Women report on femicide 2022) – ha affermato Thierry Vissol, direttore del Centro Librexpression-Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889- 1921) – di tutte le donne e le ragazze uccise intenzionalmente nel 2021, circa il 56% è stato ucciso da partner intimi o altri membri della famiglia (45.000 su 81.000). Tuttavia, questi femminicidi sono solo la punta dell’iceberg della violenza fisica o psicologica contro le donne, che sia in ambito familiare o nei Paesi dominati dal maschilismo culturale o religioso o come risultato di guerre o terrorismo islamico diffuso. Violenze e femminicidio da cui i nostri Paesi, cosiddetti sviluppati, non sono purtroppo esenti.

 

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